Continua a far discutere, sui social, la decisione di due consiglieri regionali del Pds (Partito dei sardi) – Augusto Cherchi e Gianfranco Congiu – che ieri hanno scelto di stare seduti quando in aula è stato cantato l’inno di Mameli, in omaggio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Cagliari per i settant’anni dello Statuto sardo (qui la cronaca).
Visto l’interesse che ha suscitato la notizia, Sardinia Post ha deciso di approfondirla ulteriormente, perché in Consiglio regionale sono cinque i rappresentanti del Pds. Oltre a Cherchi e Congiu, fanno parte del gruppo Roberto Desini, Alessandro Unali e Piermario Manca. Quest’ultimo ieri era assente, mentre Desini e Unali hanno partecipato alla seduta decidendo di rimanere in piedi per l’inno di Mameli.
Proprio Desini (nella foto a destra), contattato dal nostro giornale, spiega: “Ho profondo rispetto per la decisione presa dai miei colleghi di partito coi quali c’è stato un confronto sereno e leale, e rispettoso di tutte le sensibilità. Il Pds difende anche il valore delle differenze. Io, però, non ho fatto mia la scelta di stare seduti per ‘inno, perché da consigliere regionale, e prima ancora da sindaco, ho giurato sulla Costituzione. Sarebbe un controsenso non riconoscerla. Dal 2011 al 2016, quando ho guidato il mio Comune, Sennori, ho portato la fascia tricolore. Ricordo di essermi commosso sino alle lacrime la prima volta che l’ho indossata”.
Desini spiega ancora: “Io sono sardo e italiano. E credo nell’indipendentismo come percorso graduale, di medio e lungo periodo, e che va portato avanti nel rispetto delle regole e delle istituzioni”.
A sollevare il caso sul gesto dei due indipendentisti dell’Aula è stato il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ieri ha osservato: “Lo dico col sorriso sulle labbra, ma in genere ci si alza anche quando vengono intonati gli inni stranieri”. A Cocco ha risposto Congiu: “Siamo secoli che ci alziamo”, ha detto. E Cherchi oggi: “Mi pare la miglior replica possibile”. Poi precisa: “Quando in aula è entrato il presidente della Repubblica italiana, anche noi eravamo in piedi. Poi cui siamo seduti per l’inno in segno dimostrativo, per marcare la differenza sul nostro essere indipendentisti. Ma tutto è successo senza imposizioni, si è trattato di una scelta libera”. Oltre a Desini, anche Unali ha deciso di restare in piedi per l’inno. Unali è un poliziotto. E nella seduta di ieri sedeva nel banco della presidenza, visto che è anche un questore dell’Aula. (al. car.)