Tecnicamente si parla di municipalità. È il caso di Pirri, la frazione di Cagliari che, per la seconda volta nella sua storia, avrà un parlamentino. Sarà eletto sempre il 5 giugno, contestualmente alle Amministrative del 2016. Ma il voto, appunto, è riservato ai soli residenti di Pirri che avranno due schede elettorali: una per rinnovare il Consiglio comunale del capoluogo, l’altra per scegliere i propri rappresentanti locali.
Alla partita elettorale di Pirri stanno partecipando solo le liste collegate a Enrico Lobina, Piergiorgio Massidda e Massimo Zedda. Gli altri quattro candidati a sindaco (cioè Giorgio Agus, Paolo Casu, Paolo Matta e Antonietta Martinez) hanno rinunciato.
Lobina corre con la lista “Quartieri di Cagliari insieme per Pirri (valida anche per eleggere i componenti del Consiglio comunali)”: la candidata alla presidenza dell’assemblea è Rita Piana. Nella coalizione di Massidda il leader è Paolo Secci, sostenuto da Fortza Paris, Giovani al centro, I love Pirri, Massidda sindaco, Riformatori sardi, Forza Cagliari, Anno Zero e Popolari sardi per Cagliari. Il candidato presidente del centrosinistra è Tarcisio Nazzari, appoggiato da Pd, Partito sardo d’azione, Sel e Rifondazione comunista-Sinistra europea. In teoria ci sarebbe anche la lista de La Base, ma è stata esclusa perché non è stato rispettato il principio della parità di genere previsto dalle legge 215 del 2012. C’è un ricorso aperto, ancora all’esame dell’Ufficio elettorale del Comune.
La municipalità di Pirri è stata introdotta nel 2011 e confermata con la legge numero 2 che lo scorso gennaio ha cancellato le quattro nuove Province del Sulcis, Medio Campidano, Ogliastra e Gallura. Il riconoscimento è dato dall’alto numero dei residenti, oltre 30mila. Ciò che ne farebbe il settimo Comune dell’Isola, se fosse un centro autonomo. E questo dopo Cagliari, Sassari, Quartu, Olbia, Nuoro e Oristano. L’assemblea è formata da 19 componenti più il presidente. L’aula consiliare di Pirri è in via Riva Villasanta 35. (al. car.)