Comunali, intervista a Massimo Zedda: “Daremo nuovo slancio a Cagliari, la città deve essere internazionale”

di Andrea Tramonte

Massimo Zedda punta al tris. Il leader dei Progressisti è di nuovo in campo per la poltrona di palazzo Bacaredda e lavora per tornare sindaco di Cagliari dopo gli anni passati tra i banchi dell’opposizione in Consiglio. Si presenta con la coalizione che ha vinto le Regionali, allargata ad alcune liste civiche. E in questo senso non è un caso che la presentazione della candidatura per le Comunali dell’8 e 9 giugno sia avvenuta alla presenza di Alessandra Todde: il rapporto tra Regione e Comune (e Città metropolitana) sarà fondamentale soprattutto nel caso gli enti dovessero avere lo stesso colore politico. L’ex consigliere regionale punta a riprendere il discorso lasciato in sospeso dopo le sue due legislature, iniziate quando aveva appena 35 anni, con la parentesi (“disastrosa”, dice) di Paolo Truzzu. E alla sua principale competitor, Alessandra Zedda della Lega, dice: “Non si può avere una maschera diversa a seconda delle occasioni. La sua coalizione è in totale continuità con l’operato del sindaco uscente”. 

Nel suo primo discorso da candidato sindaco ha sottolineato l’importanza della collaborazione con la Regione. 

Nel nostro caso aiuta perché c’è sintonia sulle idee di sviluppo dell’Isola e della città. Non è scontato: Truzzu e Solinas per cinque anni hanno litigato imbrigliando Sardegna e Cagliari in una contrapposizione sterile. Poi si è anche capito il perché: Truzzu è stato candidato presidente della Regione al posto di Solinas. Nella costruzione del programma per le Regionali e delle Comunali abbiamo individuato priorità che sono strettamente connesse: porto, aeroporto, diversi spazi regionali da riqualificare o alcuni di proprietà dello Stato per cui serve l’aiuto della Regione per ottenerli. E poi sanità, politiche sociali sul territorio, infrastrutture strategiche di viabilità, politiche attive sul lavoro. Ci sarà un dialogo costante e questa sintonia potrà determinare un buon risultato per la città.

Lei è molto critico sull’esperienza di Truzzu a Cagliari. Che città lascia il sindaco uscente?

Una Cagliari che ha perso un metodo di lavoro e non è stata in grado di operare con la Regione sulle risorse europee, che rischiamo di perdere. Una città che ha perso smalto, slancio anche nell’affermarsi a livello internazionale. Che ha perso punti nei vari indicatori rispetto ad altre realtà urbane. Che non ha pianificato riguardo i trasporti, o nei parcheggi in occasione dei lavori. La Giunta uscente ha sbagliato anche nella non condivisione con i cittadini e le attività produttive rispetto ai progetti che hanno bloccato parti essenziali della città. Su tutto questo bisogna innescare una inversione di rotta, riprendere il dialogo con la città e lavorare per riportare eventi a Cagliari, dallo sport alla cultura allo spettacolo fino al sociale e alla convegnista. 

Ma c’è qualcosa che salva del suo operato?

Questa è una domanda difficile. Di sicuro ci troveremo a dover gestire i cantieri ancora aperti, al di là del giudizio che possiamo dare è necessario fare presto. Come per il mercato di San Benedetto: quello provvisorio è stato costruito – sbagliando – nel Parco della musica ed è in fase di collaudo. Si tratterà di capire come intervenire anche sulla base dei suggerimenti dei titolari del box, anche agevolando il carico-scarico, aumentando la dotazione di parcheggi. Per quanto riguarda il mercato, non faremo i ristoranti perché verrebbe snaturata la storia del luogo. Non possiamo stravolgere le opere in corso perché questo rallenterebbe i lavori e la priorità è finirli: ma apporteremo delle migliorie in base alle esigenze dei lavoratori. 

Lei ha lanciato l’idea di un nuovo Poetto a Sant’Elia. In generale il quartiere è un suo vecchio pallino, con l’idea di riconnetterlo con il resto della città. 

Ci sono diverse emergenze e priorità, come la riqualificazione degli immobili di edilizia popolare dopo gli interventi nel vecchio borgo con un finanziamento importante da parte nostra. La Regione non ha investito e servono i lavori in via Schiavazzi. Bisogna trovare le risorse per la prosecuzione dei lavori nel Parco degli anelli, rafforzare i presidi scolastici e quelli sanitari. Nel 2018 avevamo immaginato una casa della salute che poi la Giunta Truzzu non ha realizzato. Abbiamo già individuato lo spazio, vicino al Lazzaretto. Pensiamo anche a un Centro servizi per la formazione professionale nel quartiere, poi all’apertura dei chioschi nel lungomare, alla fine dei lavori sul porticciolo. Il Palazzetto dello sport e il nuovo stadio Gigi Riva determineranno non solo la connessione con il resto della città ma anche sbocchi occupazionali. La spiaggia invece si può fare: c’è già un accumulo di sabbia vicino alla diga di levante e avvieremo una sperimentazione. Ma in generale interverremo in tutti i quartieri dove ci sono problemi sociali e di edilizia popolare.

A Cagliari aumentano le case destinate agli affitti brevi e questo innesca dinamiche al rialzo sui prezzi. Il rischio è che il centro storico diventi sempre più dormitorio per turisti ‘cacciando’ i residenti, quelli che ci sono già e quelli potenziali, come avvenuto in diverse città italiane. Come si interviene?

Non c’è dubbio che serva lavorare insieme alla Regione perché è un tema che riguarda tutte le realtà costiere. Garantendo gli investimenti precedenti e in corso ma cercando di limitare tutto quello che può generare una ulteriore sottrazione di immobili e un aumento dei costi delle case. Puntiamo sul sistema del fitto casa per gli studenti ed edilizia convenzionata per giovani coppie, cercando di puntare sull’edilizia popolare senza che il “disagio” venga concentrato su singole aree. E poi c’è l’altro aspetto che attiene all’insediamento di nuovi alberghi, che potrebbe alleggerire rispetto al tema degli affitti brevi. Un settore a cui guardiamo per lo sviluppo turistico della città. 

Negli ultimi anni sono nati diversi hotel cinque stelle a Cagliari e altri nasceranno, che puntano a un target medio-alto.

Mancavano alberghi di quel livello a Cagliari e in ogni caso in città ce ne sono altri con prezzi diversi. Sono stati pensati nel periodo della mia amministrazione per la crescita economico-turistica della città. Oltre a quelli già aperti, a breve avremo anche lo Scala di ferro, c’è il progetto sulla Stazione marittima al porto, per la nautica e la vela internazionale. Una riflessione insieme alla Regione andrà fatta su Buoncammino. C’è l’Hotel mediterraneo ancora nel limbo e il Panorama che è stato acquistato di recente per essere di nuovo valorizzato. In generale sul turismo – e non solo – bisogna riportare gli eventi internazionali in città, culturali, musicali e anche sportivi, oltre alla convegnistica. Per questo vogliamo ripensare gli spazi della Fiera, insieme alla Camera di Commercio, collegandola a Su Siccu. Il Padiglione Nervi, che è dell’Autorità portuale, potrebbe essere usato come spazio polivalente. 

C’è da dire che la città sembra puntare molto sul settore della ristorazione e molto poco sulla cultura, gli spettacoli e l’intrattenimento. Un tema decisivo per lo sviluppo di Cagliari, non solo in chiave turistica ma in primis per chi la città la vive tutto l’anno. 

Negli ultimi cinque anni si è impoverito il tessuto cittadino. Hanno chiuso spazi culturali come l’ex artistico, il Civico di Castello, la Vetreria di Pirri, non è stato fatto nulla per riaprire l’Anfiteatro romano, non è stato finanziato un sistema di associazionismo culturale in grado di aumentare la proposta di eventi in città. Noi vogliamo invertire la tendenza: già a suo tempo finanziammo la candidatura di Cagliari a Capitale europea della cultura con numerose iniziative ed eventi a supporto. Il fronte della ristorazione riguarda il privato: in città sono mancate le politiche pubbliche sulla cultura. Hanno allontanato una parte della cittadinanza dal centro e privato le periferie di animazione e spettacolo. Serve anche il potenziamento delle attività scolastiche ed extrascolastiche, anche sportive. Le scuole potrebbero diventare presidi aperti anche la sera. 

Qualche giorno fa lei ha citato il ‘vostro’ Poetto come esempio di buona pratica di amministrazione. Rispetto a quello che avete già fatto in passato ci sono nuove idee su come valorizzare il litorale? 

La spiaggia ha bisogno di collegamenti efficienti, anche la notte soprattutto per la richiesta della popolazione più giovane. Bisogna fare lavori di manutenzione: in questi anni il Poetto è stato abbandonato. Occorre riqualificare la zona di Marina piccola, compreso il porticciolo anche in vista di eventi sportivi di livello internazionale legati al mare. Poi il progetto di rigenerazione dell’ippodromo. E bisogna mettere i privati nella condizione di poter riqualificare l’ex ospedale Marino, un monumento al degrado da 40 anni. 

Alessandra Zedda, candidata col centrodestra, rifiuta il leitmotiv della continuità tra la sua candidatura e l’esperienza della Giunta Truzzu. 

È in totale continuità. Ha con sé gli assessori uscenti candidati e tutti i partiti che hanno sostenuto la Giunta uscente. È anche uno sgarbo nei confronti di coloro che la sostengono. Non si può avere una maschera a seconda delle occasioni. In questi anni non ha detto niente sull’esperienza politica della Giunta Truzzu ed è stata anche vicepresidente di Solinas. Capisco che sia una eredità pesantissima, bocciata in entrambi i casi, ma non si può pensare che cittadine e cittadini siano così distratti e che si possano prendere in giro. 

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