Commissioni consiliari, Pd e alleati devono scegliere 6 presidenti. Ecco le indiscrezioni

Sei commissioni consiliari anziché otto. È questo uno degli effetti seguito al taglio degli onorevoli da 80 a 60, così come deciso nella precedente legislatura. Il centrosinistra, riunito in conclave in queste ore, deve anche decidere a chi affidare le sei presidenze.

La prima novità è che lo schema iniziale sembra tramontato, uno schema che prevedeva 4 commissioni al Pd e due al resto della coalizione. Ma poi è venuto fuori un altro ragionamento matematico: in Aula i consiglieri democratici sono 18 su 35, appena più della metà, ragion per cui è nell’ordine delle cose che il Pd si fermi a tre presidenze.

Tra i nomi che circolano in quota democratica, il primo è quello di Franco Sabatini, consigliere ogliastrino, che dovrebbe guidare le Finanze e la Programmazione, visto che nella legislatura appena conclusa era il vice della stessa commissione. Insomma, è uno esperto.

Di certo, le tre presidenze Pd sembrano valere un riequilibrio interno al partito, perché una potrebbe andare a Gavino Manca, renziano della prima ora, ovvero quella corrente della minoranza che è rimasta fuori dalla Giunta. Questo a differenza dell’area Ladu, di cui fa parte lo stesso Sabatini e che nella squadra di governo ha indicato il nuovo assessore al Lavoro, Virginia Mura. Tanto che oltre al nome di Manca, si fa pure quello di Piero Comandini, sostenuto in queste elezioni dall’uscente Chicco Porcu, altro renziano della prima ora.

Quanto alla maggioranza Pd, la componente Soru, che ha già scelto il capogruppo Pietro Cocco, dovrebbe avere una commissione col sassarese Luigi Lotto, mentre l’area Cabras potrebbe affidarla all’oristanese Antonio Solinas.

Con sei organismi consiliari rispetto ai 12 posti in Giunta, vuol dire che molte funzioni sono accorpate. Specie nelle commissioni 4 e 5. La 4, infatti, si occuperà di Urbanistica, Lavori pubblici, Ambiente e Trasporti, quindi sarà speculare al lavoro che faranno, nell’ordine, gli assessori Cristiano Erriu, Paolo Maninchedda, Donatella Spano e Massimo Deiana. La 5, invece, raccoglierà Turismo, Industria e Agricoltura che nell’Esecutivo sono rappresentati da Francesco Morandi, Maria Grazia Piras ed Elisabetta Falchi.

Più ‘leggere’ le altre quattro commissioni: la prima sarà dedicata esclusivamente alle Riforme (l’assessore è Gianmario Demuro), la 2 accorperà Lavoro e Pubblica istruzione (le deleghe di Virginia Mura e Claudia Firino), la tre gestirà solo le Finanze (in Giunta il riferimento è Raffaele Paci), la 6 gestirà unicamente la Salute e le Politiche sociali (l’assessore è Luigi Arru).

Il centrosinistra deve anche definire la questione dei gruppi consiliari, un problema che si pone per quei partiti che hanno eletto meno di tre consiglieri. Tanto che Upc, Idv-Verdi, Psi e La Base già all’indomani delle elezioni hanno superato l’impasse formando ‘Sardegna vera‘ e riuscendo addirittura a indicare l’assessore all’Industria, con Maria Grazia Piras. Accordo chiuso, come detto, pure per i sovranisti riuniti in ‘Soberania e indipendentzia‘. Devono mettersi d’accordo solo Sinistra Sarda e Centro democratico che potrebbero confluire nel gruppo misto, seppure la guida venisse assegnata al Cd Roberto Desini. In questo modo, però, i comunisti non perderebbero la propria identità, visto che il gruppo misto è per sua natura un cartello neutro.

Al. Car.

 

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