Una sola donna eletta nel Consiglio della Città metropolitana di Cagliari. A esprimere il disappunto per il risultato elettorale è la consigliera di Parità della Regione, Maria Tiziana Putzolu, che fra i suoi compiti istituzionali ha anche quello di vigilare sulla parità di genere nella pubblica amministrazione. “Si tratta, è evidente, di un arretramento sociale e culturale – dice la consigliera -. Nelle ultime elezioni amministrative in Sardegna qualche passo avanti si è fatto, perché la legge Delrio obbliga i Comuni a formare Giunte paritarie: questo dimostra che le cosiddette ‘quote rosa’ non solo funzionano ma sono necessarie per un riequilibrio dell’intera società a partire dalla politica. Diversamente, come in queste elezioni di secondo livello, dove le quote sono previste solo per la formazione delle liste, le buone intenzioni e le dichiarazioni sull’importanza della parità di genere soccombono sotto la spinta dei personalismi”.
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Per la Città metropolitana, l’organismo che comprende Assemini, Cagliari, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu, Quartucciu, Selargius, Sestu, Decimomannu, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa San Pietro e Uta, erano 47 i candidati divisi in 4 liste e 14 i seggi. L’unica donna eletta- su quattordici – è Rita Murgioni di Quartu per il centrosinistra. “È importante uscire dalla logica de ‘l’unica donna’ o la ‘prima donna’ a fare qualcosa: non si tratta di premi né di traguardi che vorrebbero sancire una non ben precisata ‘eccellenza’ delle donne, o solo di alcune, ma semplicemente della certificazione che le donne, numericamente, sono escluse da tantissimi ambiti della società civile”, aggiunge Putzolu. La parità di genere, insomma, è un affare numerico e soprattutto culturale. “È un intero sistema che discrimina la componente femminile della società, perché anche se le donne vengono candidate nella lista, poi non vengono supportate né votate.”