Caso Todde, seduta per la mozione verso la Consulta. Comandini: “C’è vuoto normativo”. Il centrodestra considera il testo “irricevibile”

Maggioranza e opposizione si preparano a uno scontro sulla mozione che impegna la Giunta regionale a sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato davanti alla Corte Costituzionale, in merito alla possibile decadenza della presidente della Regione, Alessandra Todde. La questione potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio regionale e a nuove elezioni.

Domani, il Consiglio discuterà la mozione presentata esclusivamente dai consiglieri del Campo largo, e si prevede una seduta tesa. Il documento impegna la Giunta e la presidente a presentare un ricorso alla Consulta per un presunto conflitto di attribuzioni, sostenendo che lo Stato non avrebbe la competenza di decidere sulla decadenza della governatrice.

Secondo il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, esiste “un vuoto normativo da colmare a tutela degli elettori”, sostenendo che la decadenza del presidente non dovrebbe comportare lo scioglimento dell’intero Consiglio. La mozione afferma che il Collegio di garanzia non ha la competenza per dichiarare la decadenza della presidente della Regione, in quanto le sue funzioni riguardano solo i consiglieri regionali elettivi, escludendo il presidente che è consigliere di diritto.

La mozione prevede che il ricorso venga presentato alla Corte Costituzionale entro il 4 marzo 2025, termine massimo per evitare la decadenza. Inoltre, invita la Giunta a perseguire ogni possibile rimedio giurisdizionale per “ripristinare la legalità violata”. Viene sottolineata due volte la necessità di tutelare la “legalità violata”, un punto che ha sollevato critiche dalle opposizioni di centrodestra. Il centrodestra ha già annunciato la propria opposizione al testo, definendolo “irricevibile“, e ha manifestato particolare disappunto per i riferimenti alla violazione della legalità. Il voto contrario appare scontato per la seduta di domani.

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