La Regione ha ufficializzato il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato in merito alla decadenza della presidente Alessandra Todde. La decisione è stata presa ieri pomeriggio con l’approvazione di una delibera di Giunta, in linea con la mozione votata dal Consiglio regionale lo scorso 18 febbraio, che impegnava la governatrice a sollevare il conflitto con lo Stato.
L’ordinanza di decadenza era stata notificata alla governatrice lo scorso 3 gennaio dal Collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari, a seguito di presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali. Todde ha già presentato un primo ricorso al giudice civile del tribunale ordinario, con udienza fissata per il 20 marzo, sia contro la sanzione economica da 40mila euro sia contro la decadenza, che comporterebbe lo scioglimento dell’intero Consiglio regionale.
Ora il caso approda anche davanti alla Consulta. Il nodo centrale della questione riguarda l’applicabilità in Sardegna della legge 515 del 1993, utilizzata per contestare le irregolarità alla governatrice, e il suo possibile contrasto con la normativa regionale statutaria che disciplina l’elezione diretta del presidente della Regione. Il ricorso solleva inoltre un interrogativo più ampio: può un organo giurisdizionale amministrativo invalidare, per un vizio di forma, l’esito del voto popolare?