Caso Fondazione-Pd. Se i vertici tacciono, la base alza la voce

“Se Silvio Lai ha detto quella cosa lì, bene: vuol dire che cominciano a fare i conti con la realtà e a sentirsi meno intoccabili”. Così Francesco Pigliaru, già assessore regionale al Bilancio nella giunta Soru, commenta la smentita (finora solo ufficiosa) del segretario regionale del Pd Silvio Lai sulla ventilata nomina di Antonello Cabras alla presidenza della Fondazione Banco di Sardegna.

Secondo fonti interne, ieri Silvio Lai avrebbe tagliato corto: ”Il partito democratico di questa cosa di Cabras non ne sa nulla – avrebbe detto il segretario nel corso di una riunione di partito -. Qualora dovesse accadere che Cabras diventi presidente della Fondazione Banco di Sardegna è molto difficile attribuirlo al Partito Democratico”.

Francesco Pigliaru prende atto e rilancia: “Ora aspetto due cosette semplici semplici: la smentita che Arru stia per diventare presidente del Banco, poco dopo aver sottoscritto un patto parasociale con molti punti poco chiari – e la risposta dello stesso Arru alle domande di Segni e Parisi sui dettagli di quel patto. Poi, quando tutto sarà chiarito, ce ne staremo tutti tranquilli e sereni”.

Di certo nel Partito democratico il clima rimane incandescente. Al momento i vertici non hanno reso dichiarazioni pubbliche. Solo il consigliere regionale Luigi Lotto si è espresso in merito. “Nei giorni scorsi abbiamo letto sulla stampa di future nomine al Banco di Sardegna che hanno giustamente destato scalpore. A parte i nomi, non certo all’insegna del rinnovamento, mi domando: ma si rendono conto i protagonisti che danno l’impressione di non aver capito quanto successo con le scorse elezioni? Hanno valutato il danno politico che ne deriva al PD, in uno dei momenti più delicati della sua storia? La strada da percorrere per riconquistare la fiducia degli elettori è irta di ostacoli, per favore, non aggiungetene altri”.

Simpatizzanti e iscritti, invece, affidano al web rabbia e desolazione. Le bacheche Facebook dello stesso Pigliaru e dell’ex parlamentare del Pd Guido Melis, che qualche giorno fa hanno innescato il dibattito, contengono decine di commenti. Tutti contro la nomina e tutti dello stesso tenore.

Bruno Farina scrive: “Cambiamento e discontinuità adesso o mai più. Tanto in trincea ci stiamo noi, iscritti e rappresentanti nelle amministrazioni locali, a parare le bordate”. E Daniela Falconi rincara: “Due sono le cose: o è masochismo allo stato puro (ma non credo), oppure al Pd di vincere le elezioni (e governare) non gliene frega un piffero (si legga anche: ognuno ha i suoi obiettivi”.

Enzo Cugusi, ex consigliere comunale di Torino e presidente del circolo dei sardi nella città piemontese, osserva il silenzio dei notabili del partito e di molti loro seguaci:” Mi pare che di ifronte alle nostre parole ci siano numerosissimi e pusillanimi “mi piace”e pochi commenti espliciti. Ma si può andare avanti in questo modo? Quanti tra coloro che hanno timidamente scritto “mi piace” hanno interessi con il Banco e la Fondazione Banco di Sardegna? Rispondete se avete il coraggio”. E via di questo tenore.

Anche sulla bacheca di Simone Campus consigliere del Pd di Sassari che ha minacciato di stracciare la tessera qualora Cabras venisse nominato – intanto si è autosospeso – i commenti impazzano. Attorno all’amministratore turritano si scatena il finimondo. La solidarietà arriva da parte degli iscritti e simpatizzanti del partito, ma non dai piani alti, che non apprezzano la sua presa di posizione.

Campus  è costretto a scrivere su Facebook una precisazione: “La mia è una posizione profondamente politica che non scade nel personale. In attesa di una seria riforma del sistema delle Fondazioni Bancarie la politica deve tenersene alla larga e, se la legge le attribuisce qualche potere, che lo usi per nominare persone di comprovata capacità tecnica, dentro e fuori i partiti, democraticamente”.

Per sabato è attesa la direzione regionale del Pd ma è difficile sapere se l’argomento sarà trattato o meno.

Maria Giovanna Fossati

 

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