Ugo ci riprova. E fa il “rivoluzionario”

Usa toni alti e lancia strali contro tutti i suoi avversari politici. Ma anche contro i suoi nemici di sempre: “I signori del mare”, lo “Stato patrigno”. E rilancia la battaglia utilizzando un’arma affilata: la “Zona franca”. Così il presidente della Regione Ugo Cappellacci, di domenica, apre la sua campagna elettorale a caccia dell’eventuale bis con il voto del 16 febbraio. Un po’ leader rivoluzionario, ancor più uomo di governo. Ad ascoltarlo circa duemila persone alla Fiera di Cagliari: accolto dall’applauso dei presenti, il governatore uscente si è presentato sul palco dove capeggia la scritta “Qui, Ora”, la stessa che rappresenta lo slogan che lo accompagnerà sino al giorno del voto per le regionali. La convention si è aperta con un video in cui lo stesso presidente ha annunciato: “Si riparte, anche se il viaggio non si è ancora interrotto. Qui, ora”. Portando con sé il Corriere della Sera e riferendosi all’altro suo slogan della campagna elettorale, “Sardegna, zona franca d’Europa“, Cappellacci ha mostrato la prima pagina del quotidiano con il titolo “Zona franca per evitare la fuga delle imprese”. “E poi dicono che noi diciamo cose campate per aria”, ha commentato dal palco.(ANSA).

Contro Michela Murgia e i “Signori del mare”. “Sono allibito e indignato per quello che ha detto la candidata Murgia, cioè che non siamo riusciti a sederci attorno al tavolo con un grande armatore. Lei non lo dice, ma so che si chiama Onorato, che è uno di quei signori del mare che hanno portato allo sfascio la nostra economia e contro i quali abbiamo combattuto”. Lo ha detto il candidato del centrodestra alle elezioni regionali, il governatore uscente Ugo Cappellacci, replicando agli attacchi di ieri sul tema dei trasporti della sfidante di Sardegna possibile, la scrittrice Michela Murgia. “Questo è vergognoso – ha detto – crediamo che non ci sia il tempo di seguire una Sardegna Possibile, di un domani che verrà, ma crediamo che il futuro sia qui e ora”. (ANSA)

L’attacco a Pigliaru. “L’ex assessore della Giunta Soru dice che ripartiremo da dove ha lasciato il presidente Soru: Dio mio”. Così il governatore uscente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha attaccato, senza nominarlo, il candidato presidente del centrosinistra, Francesco Pigliaru, aprendo la sua campagna elettorale a Cagliari. “In questa campagna elettorale non userò l’arma della bugia e della mistificazione – ha chiarito – Ma quando ho fatto solo qualche battuta su Topo Gigio ci sono state levate di scudi e hanno detto ‘come si permette?’ Ma, dico io, come si permettono di proporsi come il nuovo e la speranza – ha tuonato – Come si permette quello che è stato l’assessore di Soru, che ha fatto un bilancio falso ripreso dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti”.(ANSA).

Contro lo Stato e l’Europa. “È tempo di combattere per la Sardegna e verso i veri nemici che non possono essere la Murgia o Pigliaru, ma sono i signori del mare, lo Stato patrigno e l’Europa, non dei popoli, ma di banchieri e di burocrati: sono cinque anni che combattiamo contro questi flagelli”. Così il presidente uscente della Regione Sardegna e candidato governatore per il centrodestra, Ugo Cappellacci, aprendo la sua campagna elettorale a Cagliari. “Vogliamo continuare a combattere perchè pensiamo che questa sia la strada giusta per portare fuori la Sardegna dai venti di burrasca, come se fosse una nave alla deriva perchè così l’abbiamo trovata cinque anni fa – ha spiegato – E mi fa solo sorridere che chi ha portato la nave senza controllo si proponga come la medicina”. Secondo Cappellacci il “vento più bastardo” è rappresentato appunto dallo Stato patrigno, perchè – ha sottolineato – siamo sardi e fratelli d’Italia, ma ci sono troppi debiti non pagati”. Cappellacci, nel suo discorso durato oltre un’ora, si è anche rivolto ai propri figli, volendo parlare “ai giovani della Sardegna che sono il nostro passato il nostro presente e il nostro futuro: non possiamo limitarci a gestire l’esistente, perchè come diceva De Gasperi, la differenza tra un politico e statista è che il primo pensa alle prossime elezioni, mentre il secondo pensa al futuro. Ebbene cerchiamo di essere meno politici e più statisti”. Il governatore uscente ha chiuso il suo intervento con un appello all’unità del popolo sardo: “Ci chiamavano pocos, locos e male unidos. Pochi lo siamo – ha chiarito – locos non più e su male unidos dipende solo da noi”. Prima di concludere, è stata trasmesso un video con l’appello al voto e quindi sul palco sono stati invitati una trentina di giovani e i tre figli di Cappellacci, con cui il candidato si è sciolto in un abbraccio finale.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share