Una donna e cinque uomini. È questa la griglia dei candidati governatore alle Regionali del prossimo 16 febbraio. Oggi è arrivato il verdetto dall’Ufficio centrale della Corte d’Appello. La rosa dei sei aspiranti presidenti chiude un valzer di nomi che per mesi ha animato il dibattito politico sardo, non senza colpi di scena e veleni. In ordine alfabetico: Ugo Cappellacci, Pier Franco Devias, Michela Murgia, Francesco Pigliaru, Mauro Pili e Gigi Sanna. Esclusi ufficialmente Cristina Puddu (Meris) e Michelangelo Serra (Iride, Onestà e Progresso).
Ugo Cappellacci è il governatore uscente: è nato a Cagliari il 27 novembre del 1960. Professione: commercialista. Nel 2009 venne eletto con 502.084 voti, pari al 51,88 per cento dei consensi. Prese il posto di Renato Soru. Cappellacci si presenta alle urne con la bandiera di Forza Italia. Oltre al suo partito, lo sostengono Udc, Riformatori, Fratelli D’Italia, Psd’Az, Uds e Zona Franca Randaccio.
Pier Franco Devias (su Facebook Pedru Frantziscu) è il nuorese delle Regionali, nato il 30 aprile 1974. È il più giovane tra i sei candidati governatore. Ha una laurea in Filosofia. Devias, indipendentista di A Manca, corre senza alleati: guida una sola lista, quella del Fronte unidu indipendentista (Fiu).
Michela Murgia sfida le urne con un record già in tasca: nella storia autonomista è la prima candidata donna alla presidenza della Regione. Nata a Cabras il 3 giugno del 1972, la scrittrice ha conosciuto la popolarità con Accabadora, il romanzo che nel 2010 le è valso il Premio Campiello. La Murgia è la leader di Sardegna Possibile, coalizione da tre liste liste: le civiche Comunidades e Gentes, più quella politica di ProgRes.
Francesco Pigliaru, è nato a Sassari il 13 maggio 1954. Insegna Economia all’università di Cagliari ed è esaminatore esterno alla Soas Universty di Londra. Ex direttore del Crenos (Centro ricerche economiche Nord Sud), Pigliaru è stato assessore alla Programmazione della giunta Soru dal 2004 al 2006. È entrato nella corsa elettorale dopo il passo indietro di Francesca Barracciu. Sono undici le liste che lo sostengono: Pd, Sel, Centro Democratico, Partito dei Sardi, La Base, RossoMori, Sinistra sarda (Pdci e Rifondazione), Upc, iRs, Idv-Verdi e Psi.
Mauro Pili è il veterano delle Regionali, a dispetto dell’età (è nato a Carbonia il 16 ottobre del 1966): questa del 2014 è la sua terza corsa da aspirante governatore. La prima volta venne eletto nel 1999. Nel 2004 ha perso contro Soru e adesso ci riprova con una coalizione tutta sua, ispirata al sovranismo. Oltre al suo movimento Unidos, il parlamentare ex pidiellino si presenta alle urne sostenuto dalle liste ‘Mauro Pili presidente‘, Fortza Paris, Movimento pro territorio, Movimento popolo sardo, Soberania e Casa Sardegna.
Gigi Sanna è il decano tra i sei candidati governatore: è nato ad Abbasanta l’8 novembre 1939. Ha dedicato la sua vita alla scuola: per ventisei anni ha insegnato latino e greco al liceo classico De Castro di Oristano, e prima è stato docente alle medie. Cultore della sardità, è uno studioso della scrittura nuragica. Sanna è stato scelto come leader dal Movimento Zona Franca.
Il 16 febbraio la Sardegna torna alle urne con la nuova legge elettorale: vuol dire intanto che le liste delle coalizioni devono superare lo sbarramento del 10 per cento, e questo vale per Cappellacci, Murgia, Pigliaru e Pili. A Devias e Sanna, che corrono da soli, basta invece il 5 per cento dei voti totali per garantirsi il diritto alla ripartizione dei seggi. La legge prevede pure che in Consiglio regionale entrino solo i primi due candidati governatore, anche se gli altri hanno superato gli sbarramenti.
Alessandra Carta