Utilizzare le risorse già disponibili in Sardegna per politiche di promozione della natalità, del benessere familiare e di conciliazione famiglia-lavoro, per dare gambe a una “legge quadro” che affronti in modo strutturale la crisi demografica che nell’isola morde più che in altre regioni d’Italia. È il cuore della proposta di legge illustrata oggi alla stampa dai consiglieri regionali di “Uniti per Alessandra Todde“, chiamata “Sardinia Family”.
Il concetto è: basta con interventi a macchia di leopardo lasciati alla sensibilità degli amministratori locali o all’attività delle cooperative sociali. In Sardegna c’è bisogno di una legge organica che metta a sistema le politiche a sostegno delle famiglie. “Abbiamo lavorato molto a questo provvedimento – spiega il capogruppo Sebastian Cocco, primo firmatario della legge- una proposta concreta per contrastare il declino demografico. Dal 2011 in Sardegna si registra un costante calo della popolazione residente, nell’ultimo anno abbiamo perso 8.300 abitanti, una città grande come Macomer”.
Nel 2023, ricorda, “ci sono stati solo 7.231 nati a fronte di 18.563 decessi: una situazione preoccupante che impone un approccio diverso da parte della politica. La famiglia deve essere riportata al centro del sistema economico e sociale e non considerata come semplice utente dei servizi sociali”. Il modello proposto è quello adottato negli anni scorsi dalla Provincia autonoma di Trento che, nel 2016, ha sottoscritto il protocollo d’intesa “Family audit” con lo Stato. Provvedimento a cui nel 2018 guardava con interesse anche la Sardegna, con la Giunta di Francesco Pigliaru che approvò un accordo di collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi: “Ora serve un passo in avanti – spiega Cocco – il modello Trentino può essere adottato dalla Sardegna. Quando una cosa funziona non ci dobbiamo vergognare di imitarla, il Trentino ha fatto la stessa cosa importando un modello sperimentato in Germania. Ciò che serve è una cabina di regia che tiri le fila e metta ordine alla situazione di frammentarietà che caratterizza le politiche per la famiglia”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Giuseppe Frau: “Crediamo molto in questa proposta. E’ un testo rivolto al cambiamento che affronta i grandi temi del presente come la denatalità e lo spopolamento delle zone interne. Finora le scelte della politica hanno impedito di sviluppare modelli con prospettive di sistema”. In Sardegna, tra finanziamenti europei, statali e regionali, vengono stanziati circa 60 milioni di euro all’anno per le famiglie: “E’ una somma importante che però non è riuscita ad incidere – rimarca Cocco – servono interventi strutturali. La nostra proposta non risolverà il problema dello spopolamento ma dobbiamo avere l’ambizione di assicurare il benessere delle famiglie”. Nel dettaglio, il testo, composto da 12 articoli, prevede la creazione di “Distretti per le famiglie” e uno sportello unico per cittadini e famiglie a cui rivolgersi nei territori per informazioni e per migliorare l’accesso ai servizi. Prevista inoltre l’istituzione di una “Carta sarda per le famiglie”, con cui i possessori avranno diritto ad agevolazioni e riduzioni delle tariffe per la fruizione di beni e servizi. Ampio spazio è dedicato anche alla formazione e all’innovazione, con l’istituzione di un master per “manager di territorio”, figura strategica per la progettazione, lo sviluppo e il coordinamento dei distretti familiari.