Cagliari, le richieste al premier Conte. Truzzu: ‘Porto canale e vantaggi fiscali’

Domani tornerà a Cagliari il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quando è venuto a febbraio, era assieme al ministro Centinaio e governava con la Lega, mentre Cagliari era in mano al centrosinistra. Ora lui è di nuovo in carica ma gli scenari sono cambiati, dal nuovo governo fatto col centrosinistra al cambio della guardia nel capoluogo. Proprio dal sindaco Paolo Truzzu arrivano richieste per l’economia del Cagliaritano a Giuseppe Conte, che domani incontrerà a Palazzo Regio.

“Trasporti e logistica assumono un ruolo di primaria importanza per lo sviluppo dell’area metropolitana di Cagliari e dell’intera Sardegna, in una prospettiva che ha come punto focale la realizzazione di un sistema integrato tra operatori, contraddistinta da innovazione, infrastrutture, minori costi burocratici e internalizzazione delle imprese. In poche parole: Porto Canale e Zes (zona economica speciale)”, spiegano dal Comune. Domani il sindaco ricorderà al presidente del Consiglio l’importanza di eliminare i vincoli paesaggistici che bloccano lo sviluppo del Porto canale e di avvisare la Zona economica speciale. “La richiesta di attivazione del nuovo sistema fiscale – ricorda Truzzu – giace sui tavoli di Roma da novembre 2018, quando la Regione fece la proposta unitaria al Governo, in attuazione del Decreto per il Sud del 2017. Con ben 1.628 ettari la Zes ridurrà la distanza fra imprese sarde, nazionali ed estere, rafforzerà la crescita e aggiungerà valore all’area metropolitana e all’intera Sardegna”.

Anche Confindustria ha sollevato le stesse questioni al premier, chiedendo a Conte si sbloccare i vincoli che frenano lo sviluppo del Porto canale di Cagliari, mentre i sindacati chiedono di essere ascoltati. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca hanno chiesto alla Prefettura di organizzare un incontro col premier. “Vorremmo illustrare al presidente – hanno scritto i segretari – i timori per lo sviluppo futuro e per la coesione sociale e territoriale della nostra terra che preoccupano il movimento dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, le centinaia di migliaia di giovani, donne, anziani che ripongono fiducia e danno la loro adesione al sindacato in Sardegna”.

M.Z.

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