Sarebbe dovuto essere uno dei punti di riferimento di alta specializzazione per tutta la Sardegna, ma i fatti stanno smentendo i progetti della riforma sanitaria. Dopo la notizia di pazienti in coda per dodici ore al Pronto soccorso, arriva una lettera firmata da Gianfranco Angioni del sindacato Usb Sanità, in cui si denuncia una situazione grave.
I primi a essere chiamati in causa sono il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, destinatari della lettera, assieme al Prefetto di Cagliari e lo Spresal. “Da parte delle istituzioni solo chiacchiere – scrive – dopo 2 anni di emergenza la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata. Per i lavoratori e le lavoratrici condizioni di lavoro estreme”.
Uno dei problemi è la gestione dei pazienti Covid che sono sistemati ” in reparti inadeguati a livello strutturale, logistico, organizzativo e strumentale. Attualmente sono stati stati convertiti l’intero reparto di Medicina Generale, il reparto multidisciplinare e l’osservazione breve”.
Considerato il numero dei nuovi contagi giornalieri, è difficile gestire in sicurezza i malati e quindi “serve un immediato e imponente sforzo anche da parte degli organismi esterni”, chiede il rappresentante sindacale. Per ora tutto tace, in un colpevole silenzio delle istituzioni: “Serve arginare i ricoveri dei pazienti positivi e riaprire i Pronto soccorso. Persistere con questa strategia limita in maniera consistente tutti i processi assistenziali, di diagnosi e di cura, così come quelli chirurgici”.
A subire questa situazione sono i pazienti con patologie non legate al Covid, gioco forze messe in secondo piano soprattutto nei tempi. Da qui la necessità che il Brotzu si riappropri della sua identità e diventi un ospedale Covid free perché diversamente “a pagarne le conseguenze di questa disastrosa situazione saranno come sempre gli infermieri, gli Oss e i vari operatori dei diversi ruoli professionali che lavorano in condizioni estreme nei diversi reparti di degenza”.