Borse di studio specializzandi medici, ok alla copertura finanziaria per tre anni

Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla copertura finanziaria, sino al 2023, per le borse di studio degli specializzandi medici che passeranno da 34 a 192. L’assemblea ha messo rimedio a una legge, approvata a marzo ma che era stata impugnata dal Governo. Soltanto l’esponente del Pd, Roberto Deriu, ha votato contro perché convinto si tratti di “un. provvedimento tampone, l’ennesimo pannicello caldo”. Il Consglio  ha previsto lo stanziamento di cinque milioni per il 2020, 2021 e 2022. Sulle modifiche: passano da dieci a cinque gli anni di residenza in Sardegna richiesti ai fini dell’ammissione alla specializzazione; da cinque a tre il numero di anni nei quali il medico assegnatario si impegna a prestare attività lavorativa nelle strutture e negli enti pubblici o convenzionati del Servizio sanitario della Regione e presso le università dell’Isola.

Oggi l’Aula ha iniziato a discutere il disegno di legge presentato da Giorgio Oppi (Udc) e Francesco Agus (Progressisti) e firmato da tutte le forze politiche, solo dopo che l’assessore al Bilancio, Giuseppe Fasolino, ha garantito la copertura con un emendamento ad hoc. Soddisfatte le associazioni di specializzandi che hanno seguito da vicino l’iter di approvazione della legge. “Finalmente c’è il via libera a una legge che va ad aumentare notevolmente le borse di specializzazione, del 600 per cento rispetto all’anno precedente – ha commentato Fabio Vitiello di Farmacia Politica – questo è frutto della sensibilità politica di oggi sia del lavoro delle associazioni che si sono mobilitate in questi mesi a difesa dei diritti dei giovani medici sardi”.

Secondo Valerio Argiolas, referente di Dipartimento medico, “oggi possiamo raggiungere l’obiettivo di azzerare l’imbuto formativo, cioè la situazione di limbo nella quale si trova un medico abilitato che però non può accedere al seguito del percorso di formazione. Ora la speranza è che la Sardegna decida di investire nei propri medici sardi che avranno tutto l’interesse a restare nell’Isola. In questo modo il servizio sanitario migliora”.

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