Su una superficie totale di oltre 2,4 milioni di ettari, quella potenzialmente inquinata e interessata da attività di caratterizzazione e bonifica rappresenta circa l’1%, cioè 22.533 ettari rientranti nei siti di interesse nazionale (Sin) del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (20.733 ettari) e di Porto Torres (1.800). A questi si aggiungono circa 1,850 ettari fuori dai Sin di Ottana e La Maddalena con 404 discariche dismesse di rifiuti urbani e altre aree minerarie. Complessivamente quindi 24,383 ettari. A questa estensione occorre aggiungere i 2.700 ettari delle aree a mare del sito di Porto Torres e i 29.222 dello specchio acqueo davanti al Sulcis e Guspinese, entrambi ancora da caratterizzare. I dati sono stati illustrati nel pomeriggio dagli assessori regionali dell’Ambiente e dell’Industria, Donatella Spano e Maria Grazia Piras. L’ultima perimetrazione per l’area più estesa, quella del Sulcis-Iglesiante-Guspinese, rissale al 2011 con una delibera regionale che ha recepito varie caratterizzazioni dei territori effettuate da Igea o da privati e che ridisegnava la precedente perimetrazione ministeriale nella quale comparivano 445 mila ettari, con i diversi Comuni che avevano indicato l’intero territorio. Secondo il piano della Giunta Soru, datato 2008, per bonificare i siti minerari dismessi della Sardegna Sud occidentale erano stati calcolati oltre 274,5 milioni di euro, ma attualmente sono disponibili nelle casse regionali poco più di 132 milioni.
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