Bombe militari in aree ‘protette’, rischio sanzione Ue da 10 milioni

In Sardegna le esercitazioni militari si svolgono anche nelle aree naturali protette dei siti Natura 2000 gestite dall’Assessorato all’Ambiente, in violazione alla direttiva europea “Habitat” sulla tutela della biodiversità. Per questo, il rischio di una sanzione che può gravare per dieci milioni di euro sulle casse della regione è sempre più concreto. La procedura d’infrazione è già stata aperta nel luglio 2014 da Bruxelles, ma nei giorni scorsi la Direzione europea dell’Ambiente ha chiesto al Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio documentazione integrativa per comprendere se e in quale misura la direttiva risulta non applicata. Il prossimo passaggio potrebbe essere proprio la sanzione.

Il problema individuato in Sardegna è che il Sito d’interesse comunitario “Isola Rossa-Teulada” – l’area protetta su cui insiste il Poligono – ‘ospita’ esercitazioni militari non sottoposte ad alcuna valutazione d’incidenza ambientale. Che è invece obbligatoria per la Commissione europea. Oltre alla Sardegna, anche la Puglia è sotto infrazione in relazione al problema delle esercitazioni militari irregolarmente condotte nel sito di Torre Venere.

Del caso, che oggi suscita le reazioni esterrefati del senatore M5s Roberto Cotti e di Stefano Deliperi del Grig, se n’è occupata anche la Conferenza Stato-regioni. Il presidente della Conferenza Sergio Chiamparino ha infatti inviato una lettera a tutti i presidenti di regione interessati, elencando tutte le azioni necessarie per potersi rimettere in carreggiata. Tra queste, non fare ricorso a deroghe alle valutazioni d’incidenza, potenziare il ruolo dell’ente gestore della Rete Natura 2000 e sanzionare i soggetti che non eseguono misure di mitigazione del danno ambientale.

Piero Loi

 

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