Approda nella commissione Bilancio del Consiglio regionale la delicata vertenza sui beni pubblici inutilizzati del patrimonio sardo, dopo la recente decisione dell’Agenzia del demanio di “cederli” promuovendo partenariati pubblico-privati per la loro valorizzazione, di fatto scavalcando lo Statuto speciale della Sardegna. L’articolo 14 della carta stabilisce infatti l’obbligo di trasferimento gratuito alla Regione dei beni statali cessati da usi governativi, ed è proprio questo il punto su cui si concentrerà questa mattina il parlamentino guidato dal pentastellato Alessandro Solinas, che per l’occasione ha convocato in audizione l’assessore regionale agli Enti locali, Francesco Spanedda.
“Oggi si apre la discussione sull’iter necessario a poter rivendicare l’attuazione dell’articolo 14 dello Statuto – ricorda Solinas -. Una partita fondamentale per regolare i nostri rapporti con lo Stato e creare una base solida su cui avanzare le nostre pretese”. Obiettivo, ricorda, è “dotare finalmente la Regione dell’unico strumento valido per poter pretendere in pieno il riconoscimento della nostra autonomia, come appunto l’attuazione dello Statuto”. Prima dell’audizione Spanedda ribadisce ai cronisti: “La nostra posizione è chiara: dal momento in cui i beni possono essere posti in valorizzazione, e non sono più funzionali alle attività dello Stato, automaticamente si deve applicare l’articolo 14 dello Statuto e i beni devono andare alla Regione”.
L’articolo 14, ricorda quindi Spanedda, “per noi è immediatamente applicabile così com’è. Esiste però una norma di attuazione che ha un’applicazione diciamo un po’ ‘intermittente’, che provoca le conseguenze che stiamo vedendo”. Per l’assessore quindi i ragionamenti da fare sono “sia eventualmente sull’attuazione dello Statuto- che però è un processo piuttosto lungo- sia su altri interventi che possiamo portare avanti all’interno della Regione, che ci permettano di dare un’applicazione più fluida e costante al dettato dell’articolo”.
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