“Il Pd è un partito garantista, il suo codice etico non esclude che ci si possa candidare in caso di avviso di garanzia. Neppure per rinvio a giudizio”. Così Francesca Barracciu, in un’intervista al Corriere della Sera, interviene sulle polemiche per la sua nomina a sottosegretario alla Cultura. La Barracciu si sofferma sul ritiro dalle elezioni sarde perché indagata per peculato per il caso delle ‘spese pazze’ dei fondi ai gruppi regionali: “Renzi non mi ha mai chiesto di rinunciare alla candidatura, quindi non c’è stata alcuna trattativa su una contropartita. L’ho fatto – spiega il sottosegretario – perché metà del Pd sardo mi diceva che ero indebolita politicamente e che questo avrebbe potuto causare una sconfitta”. “Matteo Renzi – continua – mi ha riconosciuto responsabilità e generosità per questo”. Alla domanda se la sua nomina alla Cultura sia servita a bypassare la sua richiesta dell’assessorato alla Sanità sarda risponde: “Non ho mai chiesto alcun assessorato. Non credo neppure che sarebbe opportuno un mio ingresso in Giunta, sarei potuta essere una presenza ingombrante”. Infine, annuncia che il primo obiettivo concreto del suo lavoro sarà “Cagliari capitale della cultura: per il bene della Sardegna e di tutto il Paese”.
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