Il governo di Matteo Renzi, coi suoi parlamentari, spinge per tagliare autonomia alle Regioni, tra gli allarmi dei parlamentari dell’Isola. Ma Gianmario Demuro, l’assessore alle Riforme, tiene la barra dritta sulla difesa della specialità isolana. E a Roma la posizione è stata ribadita nell’incontro con gli altri governatori italiani, convocato proprio dalla giunta di Francesco Pigliaru. Intanto, “contro il neocentralismo romano”, perché questo è il ribattezzato cuore della battaglia, si muove anche il Consiglio. Francesco Agus, il presidente della commissione Riforme nell’aula di via Roma, ha già convocato una seduta per martedì. Ma a mobilitarsi sono anche gli indipendentisti di Sardigna Natzione col leader Bustianu Cumpustu che parlano di “contro-riforma Renzi”.
Quanto alla missione di Demuro nella Capitale, l’assessore ha partecipato alla conferenza Stato-Regioni. “La quale – si legge in una nota – ha condiviso il documento approvato ieri dai rappresentanti delle Regioni e delle Province Autonome che sono riuniti nella sede romana della Sardegna, in via Locullo. Nel documento abbiamo ribadito quanto contenuto negli emendamenti presentati al Governo sulla riforma del Titolo V ad aprile 2014, cioè il valore costituzionale della specialità e il principio pattizio con lo Stato”. Demuro chiarisce ancora: “La riunione è stata molto importante perché sono tutte le Regioni a statuto speciale a condividere gli stessi valori. Questo significa, ed è anche la posizione della Sardegna, che l’autonomia speciale ha ancora un senso”.
La commissione Riforme del Consiglio è invece convocata per martedì pomeriggio, dalle 15,30. Agus è durissimo: “La proposta di riforma del Governo sul Titolo V rischia di intaccare il patrimonio di democrazia e di autonomia contenuto nello Statuto sardo”. Di qui l’urgenza di aprire la discussione. Agus si dice “allarmato anche per il metodo utilizzato a Roma: il coinvolgimento delle Regioni nel processo di riforma è stato, per responsabilità da attribuirsi allo stesso Esecutivo, tardivo, marginale, ininfluente”.
L’esponente vendoliano ha la sua linea: La difficile situazione economica italiana e mondiale, unita all’esigenza di dare risposte a un senso comune sempre più esasperato, impongono la modifica di un impianto istituzionale del Paese obsoleto. Ma altra cosa, come nello spirito della riforma Renzi, è smantellare i principi di autogoverno delle comunità o la democrazia nei territori. A questo ci opponiamo con forza. Difendiamo invece il rapporto pattizio tra Stato e Regione e il principio di bilateralità”. Agus ha chiamato in audizione l’assessore Demuro e sta allargando la seduta a tutti i capigruppo.
Dal fronte indipendentista, si mobilita Cumpostu. “Adesso – comincia il leader di Sardigna Natzione – è certo: la riforma Renzi, per le autonomie è una controriforma. Tutto va verso il centralismo e qualsiasi specificità, autonomia o specialità deve essere cancellata. Questo è l’ordine di scuderia che ha portato il Pd a disporsi in formazione testuggine per riportare le Province sotto il controllo di Roma e dell’imperatore bambino-prodigio”. Cumpostu continua così: “Mentre in Sardegna si parla di innovare lo Statuto con sogni sovranisti, in Italia si agisce con fatti colonialisti. I due terminator, Renzi e Berlusca, ridurranno a irrilevante la presenza dei sardi nel nuovo Senato e toglieranno al popolo sardo i pochi poteri legislativi che il nostro ordinamento regionale ci riconosce”.
Alessandra Carta
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