La posizione è compatta e i presidenti delle Regioni e delle Province autonome sono pronti a difendere la specialità contro ogni azione che porti al neocentralismo. Questa mattina a Villa Devoto, (sede istituzionale della Regione Sardegna), il governatore, Christian Solinas, ha ospitato l’incontro con i presidenti della Regione Sicilia, Nello Musumeci, della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, e della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. L’obiettivo dell’incontro è fare il punto sulle questioni aperte e “riaffermare le ragioni dell’importanza della specialità delle Regioni e delle Province autonome e condividere una piattaforma comune nel confronto con lo Stato”, ha detto Solinas.
La posizione dei governatori è stata riportata nero su bianco in un documento sottoscritto da tutti in cui si riafferma “l’attualità e le ragioni storiche, politiche, culturali, socio-economiche e geografiche che hanno portato al riconoscimento e continuano a legittimare pienamente la specialità della loro autonomia”. Il documento verrà firmato anche da Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Arno Kompatscher (Provincia di Bolzano), assenti all’incontro per impegni istituzionali. Oltre alla redazione del documento, è stato deciso di organizzare, a tredici anni dall’appuntamento del 2006 ad Aosta, la terza Conferenza delle Regioni a Statuto speciale che si svolgerà a Palermo a novembre.
Il presidente Solinas non ha nascosto i timori per il “rigurgito di neocentralismo che rischia di prevaricare le prerogative delle autonomie. Un tentativo di perimetrare in maniera sempre più stretta le competenze primarie con l’obiettivo di omogenizzare le nostre realtà. Serve un impegno forte ed unitario per rivendicare il pieno riconoscimento dell’integrale autonomia organizzativa e statutaria di Regioni e Province autonome”. Per quanto riguarda la situazione della Sardegna e i rapporti con lo Stato, il governatore ha annunciato l’intento di “tutelare le ragioni ed i diritti dei sardi in tutte le opportune sedi. Per noi, sarà decisivo che la contrattazione sia orientata, non solo verso Roma, ma anche con Bruxelles, perché l’Unione europea può fare molto per contribuire a colmare alcuni svantaggi strutturali dell’Isola”.