Il Consiglio regionale della Sardegna approva la richiesta di referendum abrogativo dell’autonomia differenziata. L’Aula di via Roma ha dato il via libera alle due mozioni presentate dal capogruppo del Pd, Roberto Deriu: una contiene il quesito che intende abolire interamente la norma, l’altra per la modifica parziale. L’Isola si unisce così a Campania, Emilia Romagna e Toscana. Ora manca la Puglia: la commissione regionale sulle Riforme ha dato oggi parere contrario alla richiesta di referendum, ma le delibere andranno comunque in aula. “Una norma sbagliata e divisiva che indebolisce la Sardegna, spacca il Paese e aumenta il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud – dice la presidente della Regione, Alessandra Todde, che poi aggiunge -: A chi dice che la Sardegna è al sicuro perché è una Regione a statuto speciale, ricordiamo che le risorse vengono anche dalla dimensione nazionale e che, se queste si riducono, saranno di meno anche per la Sardegna, come già è successo. Non accetteremo mai una legge che condanni il popolo sardo all’arretratezza”.
Eletti anche i due delegati, figure previste dall’articolo 75 della Costituzione, che presenteranno, insieme a quelli delle altre quattro regioni, i quesiti alla Corte costituzionale. La presidente ha ribadito che il referendum serve “a evitare che ci sia una secessione dei ricchi, evitare che le risorse vadano a chi ne ha già – ha sottolineato -. Si tratta di una battaglia di uguaglianza, di orgoglio, perché, lo dico tirando su la testa più che posso, questa è una battaglia per i sardi”.