La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge che regola l’Autonomia differenziata delle Regioni. La decisione è stata presa dagli undici giudici attualmente in carica.
Secondo quanto spiegato dalla Consulta, “l’oggetto e la finalità del quesito non sono chiari”, il che compromette la possibilità di un voto informato. Inoltre, la Corte ha sottolineato che il referendum proposto “altererebbe la funzione” del voto popolare, trasformandosi in una decisione diretta sull’autonomia differenziata e, in ultima analisi, sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Questo articolo non può essere soggetto a referendum abrogativo, ma solo eventualmente a una revisione costituzionale.
Il mese scorso, la Corte si era già espressa in merito alla cosiddetta “legge Calderoli“, evidenziando la necessità di correggere sette punti cruciali della normativa, tra cui i Livelli essenziali di prestazione (Lep) e le aliquote sui tributi, per garantirne la compatibilità con la Costituzione. La sentenza completa della Corte Costituzionale verrà depositata nei prossimi giorni. Nel frattempo, la Consulta ha dichiarato ammissibili altri cinque referendum su temi diversi, riguardanti la cittadinanza per gli extracomunitari, il Jobs Act, le indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale del committente negli appalti.