Sedici liste per 360 candidati e 11 aspiranti sindaci. In questa tornata elettorale Assemini, almeno sui numeri, la fa da padrona. La poltrona di primo cittadino la vorrebbero occupare in tanti. E ce n’è per tutti i gusti.
Il Pd (ri)presenta Luciano Casula, un veterano: 65 anni, ex ferroviere e vincitore delle primarie, è stato sindaco per anni. Il Pdl risponde con Carla Marras, 41 anni, ingegnere ed ex assessore.
Il Movimento 5 Stelle punta su un altro ingegnere, Mario Puddu, 41 anni, che promette una rivoluzione in municipio. Poi c’è Antonio Scano, 43 anni, tributarista, ex titolare della delega ai Servizi sociali e presidente del consiglio comunale, candidato sindaco con “Proposta civica”.
Seguono Massimiliano Carboni (Fotza Paris), 43 anni, Filippo Serra (Obiettivo comune e Amici degli animali), Gianni Filippino (Fratelli d’Italia), consulente finanziario di 34 anni, poi Pasquale Deidda, 50 anni, per i Riformatori e Vincenzo Di Dino (50) per “Proposta popolare”. A completare il quadro ci pensano Enrico Salis, 35 anni, per Sel e Venerando Mameli, 67 anni, ex Dc e Udc.
Tutti parlano di una “rinascita di Assemini” e dichiarano che, se saranno eletti, tra i primi interventi ci saranno quelli dedicati all’occupazione.
La novità vera è però un’altra, la ‘doppia preferenza di genere’: nei comuni che contano oltre 5mila abitanti, l’elettore può decidere di dare il proprio voto sia una donna che a un uomo, purché della medesima lista.