Dopo giorni di tensioni e trattative, il disegno di legge della Giunta che disciplina le aree idonee ad accogliere impianti da fonti rinnovabili ha trovato un primo, parziale accordo tra maggioranza e centrodestra. Con una spaccatura all’interno dell’opposizione: Forza Italia e Lega si sono defilate, hanno deciso di abbandonare il tavolo e spingono per un ritorno del disegno di legge in commissione.
Le due forze dell’opposizione hanno chiesto di sospendere definitivamente il disegno di legge e di avviare una sintesi con la proposta di legge popolare “Pratobello 24“. Ma gli altri partiti del centrodestra – Fratelli d’Italia, Riformatori e centristi – ha preferito proseguire con l’iter del provvedimento già in aula, evitando il blocco del disegno di legge e cercando di inserirvi modifiche mirate.
Nonostante la spaccatura, la maggioranza ha trovato un punto di caduta con il resto del centrodestra, portando avanti alcune modifiche al testo. Tra le principali novità concordate, c’è l’introduzione di riferimenti espliciti allo Statuto sardo, una misura che ha trovato consenso in particolare dopo le pressioni di Fratelli d’Italia. Inoltre, è stato deciso di rivedere l’articolo 3, che prevede deroghe per i Comuni che propongono impianti in aree non idonee, ampliando la possibilità di consultazioni popolari su eventuali progetti. L’assessore all’Industria, Emanuele Cani, ha spiegato: “Noi riteniamo di aver proposto una buona legge, e quindi siamo assolutamente convinti, e difensori, della struttura del provvedimento nel suo complesso. Non credo che ci sia la possibilità di stravolgerla”. Tuttavia, Cani ha anche aperto alla possibilità di “approfondire e valutare elementi che possono eventualmente migliorare la norma”. “Abbiamo fatto un lavoro molto importante nella capigruppo, toccato e sentito tutte le sensibilità, ora la norma è pronta ad entrare in aula”, ha commentato Maria Laura Orrù, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. “L’auspicio è che possa essere votata anche dalle minoranze”.
Dal canto suo, Paolo Truzzu, capogruppo di Fdi, ha precisato: “‘Accordo’ è una parola difficile, diciamo che abbiamo cercato di dare un contributo per migliorare una legge che per noi rimane assolutamente insufficiente e inadeguata. Il vero accordo sarebbe stato riscriverla completamente, ma non c’è stata data disponibilità della maggioranza”. Per Truzzu, l’importante è che la legge ora riconosca “la centralità dello Statuto” e “un miglior sistema delle deroghe ai Comuni”, proponendo anche la possibilità di consultazioni popolari sui progetti impiantistici. La situazione in aula è stata tesa, con l’iniziativa ostruzionistica portata avanti per diverse sedute. “È stata necessaria e ha portato la maggioranza a comprendere che la prova di forza non portava a nulla”, ha sottolineato Truzzu. E su Forza Italia e Lega: “Abbiamo fatto questo percorso insieme, ma come in tutte le famiglie ci possono essere posizioni differenti. Ma il risultato è univoco”.