Aree idonee per le rinnovabili, Todde contro il Governo: “Ci ha presi in giro, la Sardegna è sotto attacco”

di Andrea Tramonte

Alessandra Todde attacca il Governo sulla bozza del decreto sulle aree idonee per le rinnovabili. E più nello specifico riguardo all’eolico offshore – ovvero quello sul mare davanti alle coste – ritiene la relazione ricevuta dal ministero dell’Ambiente “a dir poco offensiva e inaccettabile: non vogliamo essere presi in giro”. La Giunta regionale va allo scontro con l’esecutivo nazionale sul tema delle rinnovabili e sulla speculazione in Sardegna, portata avanti ormai da tempo a causa di un vuoto normativo sull’individuazione delle aree idonee che il Governo sta cercando di colmare con colpevole ritardo. Ma la bozza arrivata in viale Trento è vissuta dalla Giunta come uno schiaffo e una presa in giro. “Da parte nostra c’è stata una apertura – ha detto oggi la presidente -. Invece mi sono sentita preso in giro, ma non sul piano personale: come rappresentante della Sardegna. Il territorio è sotto attacco, lo vedono tutti e quindi dobbiamo difenderci con ogni strumento e modalità. Questo atteggiamento mina ogni collaborazione futura”.

Sul modo in cui si sono deteriorati i rapporti col Governo occorre riavvolgere il nastro di una decina di giorni, quando al termine della riunione con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, la presidente della Regione sembrava ottimista e parlava di un “avvicinamento delle rispettive posizioni”. La Sardegna poi si era fatta capofila di una proposta da presentare al Governo: ok gli obiettivi sulle rinnovabili, ma siano le Regioni a stabilire dove. Poi qualche giorno fa è arrivata la bozza dell’esecutivo nazionale e il risultato è che la Sardegna andrà al “confronto diretto”, che è un eufemismo per dire scontro. La Regione aveva posto come irrinunciabili tre punti per la discussione con il Governo: “Siamo andati dal ministro e portato le nostre istanze, molto semplici e lineari – ricorda Todde -: ci rendiamo conto che la Sardegna debba ottemperare alla normativa europea e nazionale e prendersi il suo carico di rinnovabili. Ma abbiamo chiesto di poter decidere noi dove metterle, per tutelare beni identitari, territori agricoli vocati, contesti paesaggistici. Come arrivare ai risultati sulle rinnovabili decidiamo noi”. Poi il tema sull’eolico offshore: “Se incidono sulle nostre acque devono essere considerati impattanti al cento per cento, perché condizionano la nostra economia, la pesca, il turismo. La proposta del Governo – 40 sulla Sardegna – era ed è inaccettabile”. Infine autonomia sulla crescita: “Dobbiamo decidere il nostro piano energetico, come organizzare la produzione di energia in base alla nostra economica”. E anche su questo il Governo Meloni non ha dato risposte e non ha recepito una serie di proposte su cui – ricorda Todde – c’è stata la convergenza di 10 Regioni oltre all’Isola.

Ora, dice al termine del vertice di maggioranza, si accelera sul disegno di legge sulla sospensione per 18 mesi della realizzazione degli impianti sul territorio sardo. La settimana scorsa il centrosinistra aveva preso tempo per i segnali positivi arrivati dal Governo, contraddetti poi dalla bozza di pochi giorni fa. Ora si riprende il percorso a tappe forzate: “Dobbiamo accelerare il percorso rinforzandolo con emendamenti. Sappiamo che, però, è una norma transitoria, dobbiamo lavorare su elementi urbanistici e paesaggistici, rivedendo anche la legge paesaggistica, ma più che altro per trovare anche una disciplina condivisa e aggiornata. Per questo siamo consapevoli che ci vuole tempo, ma nel frattempo dobbiamo tutelarci”. E Todde lancia un appello ai parlamentari sardi di tutti i partiti e schieramenti. “Penso al fotovoltaico vicino a Barumini, al Senato e alla Camera si può intervenire sul modello Einstein Telescope, con l’impianto rispedito al mittente con un emendamento nazionale. Giusto e corretto che i parlamentari di qualsiasi appartenenza politica facciano il loro lavoro”.

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