Aree idonee, la denuncia di Todde: “Società energetiche minacciano i consiglieri per non votare a favore della legge, è inaccettabile”

Alessandra Todde denuncia un tentativo di interferenza da parte di alcune grandi società energetiche durante la discussione del Consiglio regionale sul ddl 45 sulle aree idonee. La presidente della Regione lancia l’accusa: alcune imprese hanno inviato lettere minatorie alla massima assemblea legislativa dell’Isola, diffidando i consiglieri dal votare il provvedimento in discussione. “Un fatto molto grave e un precedente pericoloso – dice la presidente della Giunta -, perché vorrebbe sovvertire l’ordine costituzionale. Non si è mai visto un privato, che persegue finalità di lucro, invitare un’assemblea legislativa democraticamente eletta e un governo regionale, nel pieno delle proprie funzioni tutelate dalla Costituzione e dello Statuto, a non discutere di una legge”. La presidente ha ribadito con fermezza che l’amministrazione regionale continuerà a perseguire esclusivamente l’interesse pubblico, senza piegarsi a minacce o pressioni. “Fino a quando saremo al governo della Sardegna, non permetteremo a nessuno di minacciare, mettere veti o porre condizioni sulla pelle dei sardi”, ha concluso Todde.

“Io rigetto con forza, a nome vostro prima che mio, queste diffide che tendono a minare la libertà del Consiglio regionale nel pieno delle proprie funzioni – ha detto il presidente dell’aula di via Roma, Piero Comandini, nelle parole riferite dall’Ansa -. Ognuno può avere idee diverse in quest’Aula e fuori di quest’Aula, però fino a quando io sarò presidente, fino a quando ci sarà questa Costituzione, questo Statuto Sardo, nessuno si può permettere di minacciare, porre condizioni, che costituiscono elemento di disturbo nel momento in cui si sta ragionando su una delle leggi più importanti, che è quella della transizione energetica, della tutela ambientale e del nostro patrimonio della Sardegna”.

Anche Sinistra futura ha diffuso una nota sul tema: “Riteniamo grave una tale ingerenza, che mina alla radice la funzione di rappresentanza democratica del Consiglio, così come appellarsi a una interpretazione – per altro interessata – di presunte norme sopra ordinate per limitare o impedire la libera discussione dell’assemblea chiamata a tutelare nel suo complesso la Sardegna e i suoi cittadini. Il nostro impegno è richiamato ai principi dello Statuto e della Costituzione italiana, i due fondamenti del nostro agire politico. Respingiamo con forza, pertanto, ogni azione tesa a impedire che i rappresentanti eletti nel Consiglio, a qualunque parte politica appartengano, possano esercitare in piena libertà il loro mandato nel pieno interesse delle cittadine e dei cittadini sardi”.

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