Parola d’ordine “chiarezza”. Ma anche celerità e coinvolgimento delle comunità locali. Il cammino propedeutico alla definizione del Ddl sulle aree idonee riparte da Nuoro e dall’Ogliastra il cammino di incontri della Regione con gli amministratori locali. Metodo condiviso e apprezzato dai sindaci seguendo quella che è stata definita un’inversione di paradigma. E di inversione del paradigma ha parlato anche l’assessore all’Industria Emanuele Cani che ha ribadito l’importanza di chiudere il quadro normativo incompleto, per dare centralità ai sindaci e alla Sardegna, ostaggi per troppo tempo di un sistema di norme che relegava gli apporti della Regione a meri “pareri non vincolanti” sui tavoli nazionali. Il tema delle comunità energetiche è per noi centrale”, continua l’assessore Cani.
“Stiamo elaborando una serie di interventi a supporto, con l’obiettivo di garantirne la realizzazione del più alto numero possibile nel territorio regionale”. Francesco Scanu, sindaco di Sindia, ha parlato di “giornata importante perché abbiamo avuto la possibilità di interloquire sia con la presidente che con la Giunta regionale. Tutti siamo chiamati a contribuire al bene della Sardegna. Proviamo a portare avanti ciò che la Regione propone. Crediamoci, collaboriamo e scriviamo insieme una pagina importante per la Sardegna”. La presidente Alessandra Todde ha ricordato quanto “l’attuale sforzo collettivo abbia messo in evidenza l’importanza di raggiungere una sostanziale simmetria informativa tra le diverse amministrazioni. Benché le informazioni siano presenti nei database dei singoli enti, i sistemi spesso non dialogano tra di loro e le informazioni non sono immediatamente reperibili dal Sistema Regione”.
È emersa quindi la necessità di tenere alto il livello di dialogo tra le istituzioni, sia al livello politico che tecnico, per assicurare un descrizione precisa delle caratteristiche dei territori e un’adeguata la rappresentanza delle istanze delle comunità locali. Riguardo ai cantieri Fer già presenti sul territorio, la presidente Todde ha informato che il Corpo forestale e le forze dell’ordine sono al lavoro “per verificare che le aziende siano in regola con le autorizzazioni e che le dichiarazioni di avvio dei lavori siano state presentate in maniera corretta e veritiera prima dell’entrata in vigore della sospensiva, per assicurarsi che non vi siano stati abusi o modifiche artificiose dello stato dei lavori”.
Per Enrico Murgia, sindaco di Seulo, “la transizione energetica ci deve essere e la Sardegna deve essere capace anche di vendere energia. Noi non abbiamo ricevuto nessuna proposta di progetto, ma la preoccupazione per la nostra isola prescinde da questo. È in un momento in cui la nostra isola è sotto attacco che serve unione”. “Ci si chiede se venga prima il piano energetico regionale o la definizione delle aree idonee – ha sottolineato l’assessore agli Enti locali Francesco Spanedda -. Su questo serve chiarezza: la transizione energetica, cioè il passaggio a fonti di energia rinnovabile, scardina completamente il rapporto tra la produzione di energia e il territorio che abbiamo conosciuto finora. È necessario un lavoro parallelo di individuazione delle aree e di definizione del fabbisogno, tenendo conto di ciò che nelle stesse aree individuate si può davvero fare”. Dialogo e confronto, come sottolineato da Davide Burchi, sindaco di Lanusei. “Ascoltiamo la diversità di posizioni che sta emergendo. I comuni cercheranno di dare un contributo per facilitare la scrittura di questo atto di pianificazione regionale – ha detto -, perché più saremo in grado di dare un contributo dalle nostre amministrazioni, più agevoleremo il percorso di tutela del nostro paesaggio”.