Architettura romanica sarda, la proposta in Consiglio: “Un patrimonio da valorizzare anche in chiave turistica”

Tutelare, valorizzare e promuovere l’architettura romanica sarda rappresentata in particolare da oltre 150 tra chiese, cattedrali e abbazie, fra i beni più importanti del patrimonio storico-culturale dell’isola, e secondo, per numero di monumenti, solo a quello nuragico. Questo il cuore della proposta di legge del gruppo “Orizzonte Comune“, illustrata oggi in una conferenza stampa dai consiglieri regionali Salvatore Cau, Sandro Porcu, Lorenzo Cozzolino e Franco Cuccureddu, anche assessore al Turismo nella Giunta Todde.

Presente all’incontro anche la consigliera di Sinistra Futura, Paola Casula, che ha preannunciato la sottoscrizione del testo, già trasmesso alla commissione Cultura, da parte di tutti i consiglieri del suo gruppo di appartenenza. La proposta prevede azioni mirate per la promozione, divulgazione e fruizione del patrimonio romanico riferito a monumenti edificati in epoca medievale tra l’undicesimo e il tredicesimo secolo, tra cui la creazione di percorsi culturali, artistici e turistici, la produzione di materiale informativo e multimediale, la realizzazione di cartellonistica, l’organizzazione di eventi e giornate dedicate. Inoltre, si punta al potenziamento del centro europeo di documentazione del romanico che ha sede a Santa Giusta, e alla costituzione di reti di collaborazione tra Comuni sardi e realtà nazionali e internazionali.

Un ruolo centrale sarà affidato alla “Fondazione Sardegna Isola del Romanico” che potrà beneficiare di sovvenzioni per attrarre flussi turistici culturali e religiosi. “Parliamo di un patrimonio unico al mondo – spiega Cau, primo firmatario del testo – giunto fino a noi praticamente inalterato soprattutto per l’assenza di un’attività sismica, che l’ha preservato dalle distruzioni subite altrove, ad esempio nell’Italia meridionale”. L’obiettivo, sottolinea, “è creare una legge che possa mettere a sistema questo patrimonio, facendo accrescere soprattutto in noi sardi la consapevolezza di avere un grande tesoro. E, in subordine, implementare il turismo culturale nella nostra isola per destagionalizzare flussi e presenze”.
Ribadisce Cuccureddu: “Il patrimonio romanico probabilmente non è un autonomo attrattore di flussi turistici, non pensiamo che in tanti vengano in Sardegna per visitare le chiese romaniche: però, se è vero che il nostro principale attrattore è il mare, è anche vero che occorre puntare sui secondi e terzi elementi motivazionali delle vacanze”. La Sardegna, ricorda, “compete con i più grandi player mondiali che puntano sul mare – Maldive, Polinesia, Seychelles – che però offrono un ‘mono-prodotto’: se si arriva in questi posti con il brutto tempo, si resta una settimana in una stanza d’albergo a rigirarsi i pollici. Qui è diverso, ci sono i borghi, escursionismo, civiltà nuragica, e appunto il patrimonio romanico. Alternative da sfruttare”.

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