L’assemblea regionale dell’AGIS, associazione che rappresenta le più importanti associazioni di spettacolo dal vivo in Sardegna, si è riunita l’8 settembre scorso, al Teatro delle Saline di Cagliari, per discutere della gravissima situazione del settore dello spettacolo in Sardegna a causa dei pesantissimi tagli nei finanziamenti da parte degli Enti Locali che, in due anni, hanno portato l’Assessorato della Pubblica Istruzione della Regione a tagliare del 40% i finanziamenti destinati al comparto professionale dello spettacolo. Nello stesso periodo, l’Assessorato del Turismo ha contemporaneamente tagliato del 50% le risorse destinate agli eventi di grande interesse turistico.
L’assemblea dell’Agis, pur apprezzando l’impegno profuso dall’Assessore Firino, che ha portato all’approvazione di una delibera della Giunta regionale che ha reso immediatamente spendibili gli esigui fondi finora stanziati, fa presente che queste erogazioni non saranno però sufficienti a salvare il comparto professionale dello spettacolo oggi al collasso, la cui realtà deve necessariamente essere affrontata come una vera e propria emergenza di carattere economico-sociale, che necessita subito di adeguate risorse integrative già nel riassestamento del bilancio regionale 2014.
Il prezzo che tutta la Sardegna sta pagando a fronte di questa insostenibile situazione sta diventando estremamente elevato non solo in termini culturali ma anche sociali: negli ultimi quindici mesi gli oltre mille posti di lavoro stabili -garantiti dagli organismi professionali dello spettacolo- hanno subito una vera e propria falcidie, con numerosi licenziamenti e un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali.
Altrettanto gravi risultano le conseguenze sulla forza lavoro a tempo determinato e su quella occupata nelle aziende dell’indotto, componenti che contano almeno un altro migliaio di addetti tra artisti, tecnici e operai, in molti casi esclusi dalle garanzie sociali.
Il rischio dunque che l’Agis intende denunciare con forza, è quello di una vera e propria ecatombe delle aziende culturali e delle principali manifestazioni sarde che da decenni supportano l’offerta culturale e turistica dell’isola, con gravissimi problemi per la tenuta occupazionale di un settore che si troverà costretto ancor più a fare ricorso agli ammortizzatori sociali, con oneri a carico della Regione enormemente superiori alle risorse eventualmente negate.
Non intervenire tempestivamente significherebbe provocare un ulteriore impoverimento del tessuto culturale della Sardegna, già menomato dal susseguirsi inarrestabile di cancellazioni di importanti e storici appuntamenti culturali, nonché una diminuzione della competitività a livello nazionale, che porterebbe inevitabilmente la Regione a consistenti perdite di risorse da parte del Ministero Turismo e Spettacolo, che da sempre equipara i propri interventi a quelli della finanza locale.
Paradossalmente, infatti, mentre a livello nazionale il ministro Dario Franceschini si sta impegnando a dare grande slancio e vitalità al comparto della cultura, del cinema, dello spettacolo dal vivo considerandolo un elemento essenziale dello sviluppo turistico e della ripresa economica, a livello regionale lo stesso settore viene considerato del tutto marginale.
(Foto di scena della “Turandot” in scena al Lirico di Cagliari”)