Anci, nuovo pasticcio sui delegati. E Deiana fa ricorso con altri 15 sindaci

Oltre alla scheda in più e al presunto mancato quorum, sull’assemblea Anci di Abbasanta spunta anche un terzo problema. E adesso c’è un ricorso.

Spunta un nuovo pasticcio dall’assemblea Anci di venerdì scorso, quando Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti, ed Emiliano Deiana, primo cittadino a Bortigiadas, si sono sfidata alle urne per la presidenza regionale dell’associazione che riunisce i Comuni. Adesso risulta che alla lista Deiana non sono stati riconosciuti i delegati nazionali. Per uno strano conteggio, che non rispetta certamente il sistema del proporzionale imposto dallo Statuto, i rappresentanti sardi all’Anci nazionale risultano pescati tutti e solo dalla lista Ciccolini. Tanto che Deiana e altri quindici sindaci hanno inviato un ricorso a Roma, nel quale il problema è stato segnalato insieme al mancato raggiungimento del quorum e alla scheda in più trovata nelle urne.

L’ultimo pasticcio Anci ruota intorno ai sette posti da delegato nazionale, sette caselle che si sarebbero dovute assegnare in base ai voti presi dalla lista Ciccolini e da quella di Deiana. Rispettivamente 158 e 114. Quindi, cinque delegati agli uni e due agli altri, è l’ipotesi (visto che nel ricorso non è indicato il numero). Ma l’applicazione del sistema proporzionale non è avvenuta. A Bari, alla prossima riunione nazionale dal 12 al 14 ottobre, al momento andranno i primi sette eletti nella lista Ciccolini.

Deiana ha firmato il ricorso insieme ad altri quindici sindaci. Fanno parte di quei 141 che hanno scelto il primo cittadino di Bortigiadas come nuovo presidente di Anci Sardegna. Sono: Carlo Sotgiu (Ploaghe), Salvatore Masia (Cheremule), Gianluigi Littarru (Desulo), Omar Hassan (Modolo), Alessio Mandis (Gonnostramatza), Michele Carboni (Nughedu San Nicolò), Francesco Mura (Nughedu Santa Vittoria), Gian Franco Satta (Tergu), Stefano Pisciottu (Santa Teresa), Francesco Dui (Ardara), Angelo Sini (Pattada), Carla Medau (Pula), Laila Dearca (Teti), Lalla Pulga (Quartucciu) ed Enrico Murgia (Seulo).

Le sedici fasce tricolori hanno poi stigmatizzato il problema della maggioranza assoluta dei presenti richiesta per Statuto, al comma C dell’articolo 8, e non raggiunta. I sindaci che venerdì scorso si sono registrati ad Abbasanta sono stati 304. Di qui il quorum a 153. Ciccolini, invece, ha preso 152 preferenze. Quindi una in meno rispetto alla quota richiesta. Nel ricorso si legge: “L’assemblea di Anci Sardegna va dunque riconvocata per procedere a nuova elezione”.

Sul tema del quorum ha frenato prima di tutto il presidente dell’assemblea, Mario Bruno, sindaco di Alghero, che venerdì ha deciso di inviare la decisione sulla validità (o meno) del voto alla commissione nazionale di garanzia. E Bruno lo ha fatto proprio in virtù del ruolo di imparzialità che le fasce tricolori gli hanno riconosciuto indicandolo come presidente.

I sedici sindaci firmatari del ricorso hanno sollevato anche la questione della scheda in più (leggi qui).  “Una gravissima anomalia – si legge – che inficia il voto e apre scenari nuovi rispetto alla valutazione dello stesso”. Ma per la prima volta finiscono nero su bianco anche “le interferenze dei consiglieri regionali presenti, non solo per compilare le liste di sostegno al candidato presidente Ciccolini, ma anche per turbare il corretto svolgimento dei lavori e la libera determinazione dei convincimenti”. Un’accusa politica e pesantissima, sui cui aveva fatto cenno la deputata-sindaca Romina Mura (Pd) in un post su Facebook, mentre Daniela Falconi, fascia tricolore a Fonni, sempre sulla propria pagina sociale aveva parlato di “assemblea militarizzata”. Leggi qui.

Insomma, venerdì scorso ad Abbastanza, stando a quanto continua a filtrare dalla riunione, a venire fuori è uno scontro durissimo tra l’establishment sostenitore di Ciccolini e i sindaci che hanno puntato invece su Deiana. Il sindaco di Bitti era sostenuto dalle aree Fadda e Cabras del Pd (anche se quest’ultima ha perso qualche pezzo). Poi ecco Forza Italia e l’Udc di Giorgio Oppi. Dentro l’alleanza che una parte di Sel, visto che i consiglieri regionali del partito, Eugenio Lai e Daniele Cocco, rispettivamente primi cittadini a Escolca e Bottida, hanno messo in minoranza la posizione del senatore Luciano Uras e del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Pure il Partito dei Sardi e i Riformatori hanno fatto parte dell’accordo per Ciccolini. Una spaccatura si è registrata anche tra gli azzurri: la posizione concordata dal gruppo consiliare e portata ad Abbasanta dal capogruppo Pietro Pittalis, non è stata seguita pedissequamente. Pittalis, insieme a Oppi, era presente all’assemblea di venerdì. C’erano anche gli onorevoli dem Valter Piscedda e Cesare Moriconi.

A giorni sul voto isolano è atteso il pronunciamento della commissione nazionale di garanzia. È probabile che la decisione arriverà prima del 12 ottobre, quando a Bari comincia il congresso nazionale. Nel ricorso di Deiana si legge infine: “La mancata attribuzione dei seggi dei delegati sardi secondo il sistema proporzionale, rischia di invalidare lo stesso congresso”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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