I giochi di potere travolgono di nuovo l‘Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni. Il fuoco alle polveri lo ha dato ieri Giuseppe Ciccolini, fascia tricolore a Bitti, il grande sconfitto alle elezioni Anci del 2017. Ciccolini ha chiesto un passo indietro a Emiliano Deiana, il presidente uscente di Bortigiadas che cinque anni fa aveva battuto il bittese e oggi corre di nuovo per la leadership. Ma da consigliere comunale (come primo cittadino ha esaurito il limite dei tre mandati consecutivi).
La posizione di Ciccolini non fa che riproporre lo schema di cinque anni fa. Ovvero la costruzione di un duello a due con il mirino puntato su Deiana. Oggi come ieri la genesi della guerra è tutta interna al Pd. Ciccolini nel 2017 faceva riferimento alla nomenklatura dem, con il consigliere regionale di Nuoro, Roberto Deriu, primo sponsor del bittese. Deiana, al contrario, è sempre stato minoranza nel Pd e pochissimo legato ai big del partito. Tanto che nel 2017 conquistò la presidenza di Anci per un tributo datogli dai piccoli Comuni e lo zampino della deputata Romina Mura, entrata in rotta di collisione con la sua ex corrente popolare-riformista di Antonello Cabras e Paolo Fadda.
Con la mossa fatta ieri da Ciccolini è chiaro che Deiana potrebbe non essere più il candidato unico, come sembrava sino a martedì quando Paola Secci, sindaca di Sestu, è diventata la prima presidente del Cal, il Consiglio delle autonomie locali.
In corsa c’era pure Graziano Milia, primo cittadino a Quartu, a cui alcuni colleghi, soprattutto del centrodestra, avevano chiesto la disponibilità a guidare il Cal. In chiave anti-Secci. E questo per via di liti interne alla coalizione di Christian Solinas. Quando sembrava fatta, perché l’autorevolezza di Milia stava mettendo d’accordo quasi tutti, è successo che alcune fasce tricolori dei piccoli Comuni hanno fatto mancare l’appoggio e si sono spostati sulla Secci.
Milia, a quel punto, ha deciso di rinunciare alla corsa, perché veniva meno la condizione della massima convergenza sul suo nome. Contro la Secci avrebbe vinto di poco, ma il quartese non aveva alcuna intenzione di spaccare l’unità dei sindaci.
Ecco: Ciccolini ha raccolto e accesso la miccia della battaglia che si è consumata silenziosa nell’elezione del Cal, perché a Deiana viene attribuito, seppure dietro le quinte, lo spostamento dei sindaci sul nome della Secci. Non solo: con l’investitura fatta alla prima cittadino di Sestu per via di un accordo tra Riformatori, Fratelli d’Italia e Lega, si dice che Deiana abbia incassato la riconferma all’Anci.
Per conto di chi sia agendo adesso Ciccolini, non è dato saperlo. Nel botta e risposta di ieri tra il bittesi e Deiana, è venuto fuori che il primo ha detto al secondo di non poter fare il presidente dell’Anci da consigliere comunale perché lo Statuto suggerisce diversamente. Deiana ha invece ricordato come le regole interne all’Associazione prevedano un ruolo da protagonista anche per i ‘semplici’ consiglieri comunali.
Gli ingredienti ci sono tutti perché l’Anci si converta in un nuovo campo di battaglia. La speranza è solo una: che se scontro deve essere, si abbia almeno il buon gusto di scoprire del tutto le carte e svelare i giochi di potere che stanno sotto, anziché fingere di appellarsi a ideologie e buoni propositi. (al. car.)