Spetterà all’Anci Sardegna e non a quella nazionale decidere sul caos elezioni scoppiato nell’Isola il 23 settembre scorso, quando sul voto di Abbasanta – con Giuseppe Ciccolini ed Emiliano Deiana candidati alla presidenza – è scattata la sospensione. Il verdetto è arrivato oggi da Roma a firma del numero uno nazionale Piero Fassino, al quale l’associazione regionale aveva segnalato il nodo della scheda in più trovata nelle urne e l’altra querelle sul presunto mancato raggiungimento del quorum. Ma Fassino ha rimandato indietro il fascicolo sostenendo che, in virtù dell’autonomia riconosciuta a ogni Anci territoriale, la decisione va presa a livello locale e non nazionale.
La comunicazione di Fassino l’ha ricevuta Mario Bruno, il sindaco di Alghero che il 23 settembre ha presieduto l’assemblea. Con lui i vice Paola Secci (Sestu) e Giovanni Orrù (Busachi) più due segretari pescati anche loro tra i rappresentanti dei Comuni. Il gruppo di quattro verrà adesso riconvocato da Bruno insieme al notaio Paola Denotti che ha supervisionato il voto di Abbasanta ed è stata proprio lei, il 23 settembre, a consigliare la sospensione dell’elezione.
Bruno dice: “Prima di prendere la decisione valuteremo, eventualmente, la possibilità di richiedere un parere legale”. Tutto ruota intorno allo Statuto dell’Anci Sardegna che all’articolo 8, tra i compiti dell’assemblea, indica l’elezione del presidente “a maggioranza assoluta dei presenti“, è scritto al comma C. E secondo i 152 sindaci che hanno votato per Ciccolini devono intendersi i votanti (il 23 settembre settembre sono stati 297), mentre per i 141 primi cittadini che l’hanno sostenuto Deiana bisogna fare riferimento ai presenti all’assemblea (304). Nel primo caso il quorum è a 149 e Ciccolini sarebbe eletto; nel secondo caso la maggioranza assoluta è a 153, non raggiunta da nessuno dei due candidati. Di qui la sospensione del voto.
Esiste poi un problema politico: si dovrà fare una verifica sull’orientamento di chi compone l’ufficio di presidenza. Non sarebbe imparziale una decisione presa da un gruppo che, in maggioranza, ha votato per un candidato piuttosto che per l’altro.
Bruno spiega: “Roma si esprimerà unicamente sui delegati nazionali, ma lo farà attraverso la commissione di garanzia e non la presidenza”. Sul voto dei rappresentanti sardi nell’Associazione italiana sono emersi due problemi: è risultata una scheda in più e tutti i sette posti vacanti sono stati assegnati alla lista Ciccolini anziché col metodo proporzionale (leggi qui), distribuendoli quindi anche in quota Deiana.
Oltre al carteggio di Fassino a Bruno è anche arrivato il ricorso presentato l’altro ieri da Deiana e da altri quindici sindaci, col quale sono state denunciatale anche “interferenze dei consiglieri regionali presenti, non solo per compilare le liste di sostegno al candidato presidente Ciccolini, ma anche per turbare il corretto svolgimento dei lavori e la libera determinazione dei convincimenti”. Insomma, un clima teso, di cui su Facebook hanno raccontato anche altre fasce tricolori facendo esplodere il caso di Abbasanta dentro i partiti.
Al. Car.
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