Alcoa, ok unanime in Senato alla mozione Pd sul piano di rilancio

Il Senato approva all’unanimità, con 195 sì, la mozione del Pd sulla situazione dell’Alcoa. Il testo impegna il Governo ad assumere ogni iniziativa tesa a sostenere le attività imprenditoriali della regione Sardegna per impedire che siano perdute competenze maturate nel settore industriale; a intraprendere, d’intesa con la regione e con le rappresentanze sindacali, ogni iniziativa per mantenere in efficienza oltre il 30 giugno gli impianti di Alcoa srl, multinazionale americana leader nel settore dell’alluminio; ad adoperarsi affinché i lavoratori di Alcoa possano fruire degli ammortizzatori sociali ed essere protagonisti di un piano di rilancio.

Il vice ministro dello sviluppo economico De Vincenti ha ricordato che “la crisi dello stabilimento è dovuta alla discesa dei prezzi dell’alluminio”. Sulla ricerca di un investitore, ha precisato che “le difficoltà non sono legate al costo dell’energia e vi è comunque una manifestazione di interesse”.

“Il consenso pieno che, nell’aula del Senato, ha suscitato la mozione sulla vicenda Alcoa indica bene qual è il suo rilievo politico e sociale”. Lo dice il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda dopo l’approvazione della mozione sull’ Alcoa presentata dal Pd. “Ho apprezzato – aggiunge Zanda – le parole del viceministro De Vincenti e la linea del governo che lui ha esposto. Tuttavia la soddisfazione sarà piena solo quando la vicenda Alcoa sarà definitivamente risolta e i lavoratori saranno tornati al loro posto”.

“La visita più emozionante, e anche commovente, che mi è capitata di fare negli ultimi tempi è quella ai lavoratori dell’Alcoa. È il luogo – sottolinea Zanda – in cui ho capito quanto si possa essere fieri e dignitosi anche se vengano meno le condizioni economiche minime per sostenere la propria famiglia. Così, fieri e dignitosi, sono gli operai di Alcoa che da mesi vivono sotto una tenda davanti ai cancelli della loro azienda e da due anni chiedono di riavere il lavoro che hanno perso per condizioni oggettive di crisi del settore dell’alluminio, per sbagliato o mancati investimenti che hanno impedito l’innovazione del loro stabilimento”.

“Ma l’Alcoa – sostiene Zanda – è in crisi anche per l’impreparazione dell’Europa e dell’Italia davanti alla sfida delle nuove tecnologie. La globalizzazione pone delle condizioni nuove che non possono che essere affrontate con politiche comuni europee. L’Italia, da sola, non può farcela e, in questo senso, il voto per le europee di domenica scorsa ha espresso una domanda politica precisa: bisogna cambiare la prospettiva nazionale ma anche le politiche europee”.

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