Agenzia sarda delle entrate, il Consiglio dei ministri impugna la legge

Il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare la legge della Regione Sardegna che ha istituito l’Agenzia sarda delle entrate. Si tratta della n. 25 del 28/10/2016, “Istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (ASE)”. Il motivo? Alcune norme in materia di tributi eccedono dalle competenze statutarie e invadono la competenza riservata alla legislazione statale dall’art. 117, secondo comma, lett. e della Costituzione, in materia di “sistema tributario e contabile dello Stato”. Sarebbe inoltre stato violato altresì il principio di buon andamento della pubblica amministrazione di cui all’art. 97, primo comma, Costituzione. Lo rende noto il comunicato stampa del Consiglio dei ministri. 

Il commento dell’assessore al Bilancio Paci. “L’impugnazione dell’Agenzia sarda delle Entrate deliberata dal Consiglio dei ministri riguarda solo una parte programmatica della legge, ovvero la eventuale futura riscossione diretta dei tributi regionali, una norma in prospettiva scritta nell’articolo 3 nel pieno rispetto delle leggi nazionali e con la clausola specifica di un preliminare e indispensabile accordo con lo Stato. Quindi, a nostro avviso, non c’è invasione delle competenze statali da parte di quelle statutarie e non viene violato il principio di buon andamento della pubblica amministrazione, come invece ritiene il governo che ha deciso di impugnare nonostante una analoga norma sia già prevista dalla Provincia autonoma di Trento”. Così l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci commenta la decisione di impugnare la legge sull’Agenzia Sarda delle Entrate approvata dal Consiglio regionale lo scorso 25 ottobre.
“In ogni caso, nei prossimi mesi sarà la Corte costituzionale a pronunciarsi. Nel frattempo, però, la legge che istituisce l’Agenzia delle Entrate è pienamente operativa in ogni sua parte e quindi va avanti, perché appunto l’impugnazione riguarda solo una norma di prospettiva. Per la Sardegna l’Ase ha una funzione strategica, perché permetterà di avere costantemente sotto controllo tutto il nostro fisco e di sapere sempre con certezza quanti soldi devono essere versati dallo Stato: una struttura essenziale per la nostra regione e per gli interessi del popolo sardo”, conclude il vicepresidente della Regione.

Maninchedda: “Guerra contro l’Isola”.  Il Governo dei bocciati ha assunto come primo atto una decisione dichiaratamente di guerra e ostile nei confronti della Sardegna, cioè impugnare una norma uguale a quella vigente nella Provincia di Trento perché fatta dalla Sardegna, la regione che ha bocciato questo governo di figure inesistenti”. E’ duro il commento dell’assessore regionale dei Lavori Pubblici, e presidente del Partito Dei Sardi, Paolo Maninchedda, sul ricorso del Cdm contro la legge regionale. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dal PdS che l’aveva inserito nel programma elettorale della coalizione di centrosinistra che sostiene il presidente Francesco Pigliaru. “Interpreti della clausola di supremazia prevista dalla riforma costituzionale Renzi, hanno applicato la regola della prepotenza – attacca – il Governo italiano è nemico della Sardegna, come abbiamo sempre detto dall’inizio della legislatura, poco ascoltati. E’ lo stesso Governo che determina l’incremento di spesa in sanità, ma non la riduzione degli accantonamenti per la Regione Sardegna. Noi chiederemo che la Giunta si costituisca in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale e attraverseremo la Sardegna a raccontare la slealtà dello Stato italiano”.

Cappellacci: “Un’agenzia delle ‘uscite'”. “Altro che svolta storica: Pigliaru ha alzato bandiera bianca e il governo ne approfitta. Dopo gli annunci e i proclami, l’unico risultato di Pigliaru è un’agenzia delle ‘uscite’. Chieda scusa ai sardi e si dimetta per manifesta sudditanza e incapacità”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta il ricorso dell’esecutivo nazionale contro la legge che istituisce l’Agenzia sarda delle entrate. “Il presidente della Regione – osserva ancora Cappellacci – ha ritirato tutti i ricorsi presentati da noi e ha perfino rinunciato agli effetti di quelli già vinti. Tradotto in euro significa centinaia di milioni sottratti ogni anno alle famiglie, alle imprese e ai territori dell’isola. Ora anche quello che doveva essere il simbolo della politica della Giunta viene stoppato in malo modo dal governo cripto-renziano”.

 

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