di Vito Fiori
Anche la campana della cattedrale di Santa Maria Assunta ha salutato l’ingresso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni proprio nel momento in cui varcava la soglia di Palazzo Regio a Cagliari.
Erano le 11 in punto, un quarto d’ora di ritardo sul previsto, quando la premier, giacca e pantaloni rosa antico, ha iniziato a salire i gradini della Prefettura insieme a Raffaele Fitto, neo commissario Ue, alla presidente della Regione Alessandra Todde. Ad attenderli, per la firma dell’accodo sul Fondo di coesione e sviluppo, i rappresentanti delle Provincie, diversi sindaci delle città più importanti e quasi l’intero esecutivo regionale. Meloni nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di queste risorse: “Sono stata io a puntarmi perché questi fondi arrivassero al 40 per cento del totale per il Sud. Prima venivano erogati sulla base della popolazione che nel meridione d’Italia è il 34 per cento del totale. Per il Mezzogiorno bisogna investire su una mentalità secondo la quale bisogna soprattutto puntare sul merito e sull’orgoglio”.
Aggiungendo: “Non una mentalità che vuole immaginare che non ci sia la possibilità di migliorare la condizione alla quale ci siamo abituati, ma che quella possibilità ci sia. Tant’è che nel 2023 il Sud ha incrementato il suo Pil dimostrando di poter essere la locomotiva del Paese. La sfida più grande che noi dobbiamo vincere per le regioni del Mezzogiorno è metterle nella condizione di dimostrare il loro valore. Tutta l’Italia deve viaggiare alla stessa velocità”.
Un accenno alla recente nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea: “Un risultato che pone l’Italia in una condizione di centralità e che ci consente di avere un occhio di riguardo rispetto a moltissime materie che sono di interesse della nostra nazione”.
In precedenza aveva parlato la presidente Todde, spiegando che le risorse riguarderanno tre settori particolari: il sistema idrico, gli alloggi popolari e la sanità. Temi sui quali saranno investite buona parte delle risorse del Fondo. “Le cifre vere e proprie – ha precisato Todde – sono 2 miliardi e 300 milioni per 22 linee di azione con 225 proposte. Il fondo di rotazione è un fondo che ha 14 progetti per 425 milioni e poi altri 653 milioni di cofinanziamento. In tutto stiamo finanziando 239 interventi. Abbiamo cercato di privilegiare progetti che avessero impatto in tutto il territorio regionale e in particolare il 27% dell’accordo, quindi 28 interventi hanno impatto regionale per un totale di 742 milioni. Soprattutto, a me piace dirlo, c’è un impatto per ogni sardo di 1.745 euro. Si vedrà nelle opere, si vedrà in tutto quello che verrà fatto. La Sardegna era partita da un importo molto superiore, 9 miliardi di progetti che sono stati raccolti in tutte le direzioni, nei territori. Abbiamo dato priorità e privilegiato le cose fattibili, opere concrete che fossero già iniziate o che avessero dei cronoprogrammi fossero fattibili all’interno del percorso del programma di coesione. Sono cinque le priorità individuate dalla Regione: acqua, casa pubblica, strade, sanità e scuola”.