Accordo Ambiente-Difesa sulle esercitazioni, Irs: “Chi inquina non paga”

Intesa tra Ambiente e Difesa per le attività che riguardano le esercitazioni militari. È stato firmato un Protocollo dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, nella sede del dicastero di via Cristoforo Colombo, che prevede l’attivazione di un tavolo tecnico ambiente-difesa all’ufficio di gabinetto del ministro dell’Ambiente, in particolare su aspetti di tutela ambientale, di prevenzione dell’inquinamento e profili di responsabilità riguardanti le zone dedicate ai poligono a tiri esercitativi militari. “La collaborazione tra difesa e ambiente è importante – osserva Galletti – anche per risolvere le varie problematiche che sono sempre più pressanti. E’ una collaborazione strategica”. “Non è la prima e non sarà l’ultima collaborazione – rileva Pinotti – nel mio impegno c’è quello di dire ‘noi vogliamo aprire sempre di più ai cittadini”, e questo va proprio verso la direzione della “trasparenza. Vogliamo in modo preventivo e sistematico assicurarci, con l’aiuto del ministero, che tutto sia in sicurezza” con il “massimo dell’attenzione per i cittadini e i militari”. I punti del protocollo sono sei: si va dal “supporto tecnico-giuridico” del ministero dell’Ambiente “in relazione alle ricadute sull’ambiente delle attività esercitativo-militari” alla “trasmissione di relazioni annuali” da parte del ministero della Difesa “sul monitoraggio ambientale dei siti interessati dalle esercitazioni militari”; ma anche la trasmissione di dati sui controlli in materia di radioattività ambientale, supporto sulle bonifiche e il ripristino delle aree, reciproca collaborazione su protocolli ambientali delle attività di esercitazione con ricadute nell’ambiente marino, la comunicazione di eventuale apertura di indagini preliminari dell’Autorità Giudiziaria relative a presunti illeciti ambientali.

I due ministeri si impegneranno a valutare, insieme all’Avvocatura dello Stato, le eventuali indagini penali su illeciti ambientali legati alle esercitazioni. “E’ evidente come questo Protocollo abbia delle ripercussioni sull’inchiesta della Procura di Lanusei su Quirra e sulla quantificazione dei danni ambientali, economici e sanitari di decenni di esercitazioni militari in Sardegna”, denuncia Irs. “Lo Stato italiano con questa procedura si avvoca il diritto di essere l’unica istituzione atta a valutare la situazione presente nei poligoni sardi, sia in termini procedurali che quantitativi. Il Consiglio regionale con l’ordine del giorno approvato il 17 giugno 2014 chiedeva la “la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti” e “l’avvio di una valutazione indipendente, secondo standard internazionali, sui danni sanitari e di salute pubblica legati alla presenza dei poligoni militari”. iRS chiede un intervento deciso del Presidente Pigliaru in linea con quanto scritto dell’odg del 17 giugno 2014. “Chi ha inquinato, che siano industrie o apparati militari, deve pagare per i danni arrecati”. prosegue la nota. “La Sardegna non può, in nessun caso, essere esclusa dalle procedure che quantificano tali danni. Sono stati troppi i morti, i siti irrimediabilmente inquinati e le espropriazioni forzate per non intervenire in maniera netta contro quanto contenuto in questo Protocollo che non è in linea con quanto votato dalla massima assemblea sovrana sarda: il Consiglio regionale”.

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