Bocciata dalla Corte Costituzionale la norma sulle accise per i carburanti contenuta nella Finanziaria 2014 che includeva tra le entrate spettanti alla Sardegna anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti “generate nel territorio regionale anche se riscosse nel restante territorio dello Stato”. Una prescrizione voluta dall’allora Giunta Cappellacci, sostenuta dai Riformatori – che hanno chiesto invano di costituirsi in giudizio davanti alla Consulta – e impugnata dal Governo. Secondo i giudici costituzionale, la prescrizione non solo è in contrasto con l’articolo 8 dello Statuto autonomistico ma la Regione “non può vantare alcun diritto di compartecipazione al gettito delle accise riscosse dallo Stato se riferibili a prodotti che, pur realizzati o importati all’origine nel territorio sardo, nondimeno siano stati successivamente immessi in consumo al di fuori dello stesso; di contro, concorrono certamente a tale riparto i prodotti fabbricati altrove, ma immessi in consumo in Sardegna”. Questa fattispecie tributaria – spiega la Consulta – “può dirsi ‘matura’ solo quando giunge a perfezionamento e l’imposta diviene quindi liquida ed esigibile; nel caso delle accise, come già visto, i momenti della liquidazione e della conseguente esigibilità del tributo coincidono con quello dell’immissione in consumo. Quindi, il comma 2 dell’art. 8 dello Statuto sardo può riguardare solamente fattispecie tributarie la cui condizione di esigibilità si verifichi pienamente nel territorio della Sardegna, sebbene la riscossione dei relativi tributi avvenga, per motivi derivanti dalla loro peculiare struttura, in diversa Regione”.
Centrodestra all’attacco della Giunta regionale sulla sentenza della Corte Costituzionale. “Una decisione pressoché scontata visto che la Giunta Pigliaru, sempre più nemica dei sardi, ha deciso di non opporsi al ricorso – spiegano i Riformatori, fautori della battaglia con lo Stato su questo tema – la Consulta non ha potuto far altro che prendere atto della posizione del Governo dato che la Giunta, non presentandosi, ha avallato la posizione di Renzi”. “Noi non ci fermiamo – annuncia il coordinatore Michele Cossa – i nostri legali hanno già predisposto il ricorso alla Corte Europea che sarà presentato nei prossimi giorni”. “Le battaglie non si vincono con le ritirate o la bandiera bianca – fa eco Ugo Cappellacci (Fi) – La mancata costituzione in giudizio è stata uno dei tanti atti di viltà e sottomissione, che purtroppo proseguono con il ritiro dei ricorsi promossi nella precedente legislatura dalla nostra Giunta con il sostegno dell’intero Consiglio regionale”. “La sentenza della Corte Costituzionale sull’articolo 1 della Finanziaria 2014 non inficia la bontà di una battaglia storica come quella per l’autonomia fiscale e la zona franca – spiega l’ex assessore della Programmazione Alessandra Zedda, vicecapogruppo di Fi – Avremmo preferito che la Sardegna si schierasse in formazione tipo e che la Giunta si costituisse in giudizio in questa partita, ma c’è ancora tutto un campionato da disputare e speriamo che la decisione di ritirare i ricorsi promossi dalla precedente Giunta non sia un disimpegno o un ritiro della squadra”.
La replica di Paci. “Basta con le bugie che alimentano false illusioni e speranze nei sardi: continueremo a difendere gli interessi della Sardegna anche sul versante accise e a combattere perché tutti i nostri diritti vengano rispettati e tutto quanto dovuto dallo Stato entri nelle nostre casse, ma facendo battaglie nel modo opportuno e seguendo i percorsi stabiliti dal nostro stesso Statuto. La sentenza della Corte Costituzionale che boccia la norma sulle accise per i carburanti contenuta nella Finanziaria 2014 della Giunta Cappellacci dimostra che il percorso intrapreso nella precedente legislatura non era corretto”. Così l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, replica agli attacchi del centrodestra. “Una legge regionale ordinaria – spiega l’esponente della Giunta – non può modificare una norma dello Statuto che ha valore costituzionale, è un vizio procedurale evidente a chiunque che infatti è stato bocciato dalla Consulta. A noi non interessa fare propaganda, vogliamo raggiungere risultati concreti, anche nella rivendicazione sulle accise: vogliamo vincere le battaglie nell’interesse di tutti i sardi ma con il metodo e le procedure corretti”. Secondo il vicepresidente della Regione, “chi continua a polemizzare su questo argomento o non sa neanche come funziona la Corte Costituzionale, che agisce esclusivamente nel rispetto delle norme e del diritto, oppure strumentalizza la situazione per approfittare della buona fede dei cittadini, non avendo rispetto né per l’autonomia della Corte né per il nostro stesso Statuto, che non può essere modificato a piacimento. Sono stupidaggini – taglia corto l’assessore – di chi non ha ancora capito o fa finta di non capire che queste vertenze si portano avanti con serietà e non con battaglie inutili e dunque perse in partenza. Sapevano perfettamente che la norma era illegittima tanto che lo sbandierato miliardo che sarebbe dovuto arrivare dalle accise sui carburanti loro stessi non lo hanno inserito fra le entrate della scorsa finanziaria”. La maggioranza fa quadrato. “La sentenza della Corte era scontata – osserva il leader di La Base, Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera – Adesso serve attivare la proposta di Sardegna Vera sulle entrate: contrattare con Saras per portare i depositi commerciali nell’Isola in cambio dell’estensione della zona franca di Cagliari allo stabilimento petrolifero di Sarroch. Duplice immediato vantaggio con il pagamento delle accise nell’isola e la maggiore azienda sarda con vantaggi fiscali da zona franca”.