Abolizione Province, dopo il disegno di legge della giunta regionale infuria la polemica

“Vada a casa questo Consiglio Regionale che se ne frega dei sardi!”. Lo chiede a gran voce il movimento referendario SardegnaSiCambia dopo l’approvazione, da parte della giunta regionale, del disegno di legge che tiene in vita le province fino al 2015.

“Quanto vale il parere dei 525.000 sardi che hanno votato i referendum del 6 maggio per l’abolizione delle Province? Per il Consiglio Regionale sardo non vale niente!”, si legge in una nota.

“La legge che disponeva lo scioglimento dei Consigli e delle Giunte provinciali (e di tutti i centri di potere politico collegati) per il 28 febbraio prossimo è carta straccia. Il Consiglio si appresta a varare una “proroga per amici” che resuscita i morti e gli consente di sopravvivere come zoombies, contro il risultato dei referendum. E’ inaudito: il Consiglio Regionale dei sardi sospende di fatto la democrazia in Sardegna e ritiene che il suo potere vada al di sopra e al di la di quello dei cittadini”.

Il presidente della Regione Ugo Cappellacci rispedisce però le accuse al mittente.

“L’abolizione delle Province regionali è un fatto certo ed acquisito. Nessun passo indietro. L’atto proposto dalla Giunta regionale non rappresenta in alcun modo un ripensamento, ma l’esatto contrario: poiché ancora non è stata approvata la legge di riordino – sostiene il governatore – il disegno licenziato dall’esecutivo fissa il momento in cui “calerà definitivamente il sipario” su tali enti e lo fa secondo modalità che rendono irreversibile e al riparo dai ricorsi di coloro i quali vorrebbero conservare il quadro esistente tale procedimento. Insomma – ha concluso Cappellacci –  con buona pace dei nostalgici del passato, il destino delle Province è già segnato: dopo quelle in carica non ci saranno più, nel pieno rispetto del voto popolare referendario”.

Una tesi che però non convince nemmeno una parte degli alleati in consiglio regionale.

“La decisione di non discutere la proposta di legge che abolisce le Province e proseguire come se nulla fosse nei lavori consiliari dimostra che in realtà destra e sinistra hanno costituito un fronte consociativo che non vuole alcun cambiamento – dice il consigliere regionale e coordinatore dei Riformatori Michele Cossa -. Anzi, sono unite per mantenere il potere e il sottogoverno delle Province e se infischiano dei sardi. “Adesso tutti sono diventati costituzionalisti, pure il presidente della Provincia Deriu – prosegue Cossa -. Ma il Consiglio regionale non si è messo il problema quando ha approvato leggi che erano palesemente incostituzionali: quindi non ci si nasconda dietro l’incostituzionalità, il cui accertamento spetta solo alla Corte costituzionale. Quello che è accaduto dimostra che se non fosse stato per i referendum il tema dell’abolizione delle province oggi sarebbe già morto e sepolto. Ma stiano tranquilli i reazionari di ogni colore: non sarà così”.

 

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