di Umberto Zedda
“Il compromesso storico è stata una visione fondamentale e Berlinguer è stato un grande politico. Berlinguer fu certamente un politico di grandi visioni, poi se queste visioni son risultate positive o discutibili è un altro discorso, ma tra queste visioni il compromesso storico va inserito in un contesto particolare del paese”. Lo ha detto Carlo Verdelli, ex direttore di Repubblica, editorialista del Corriere della Sera. Il giornalista era uno degli ospiti del convegno “40 anni senza Berlinguer”, promosso dalla Regione con la partnership del Gruppo Sae – La Nuova Sardegna, Sardinia Post – ed è intervenuto insieme a Francesco Verderami del Corriere, con le domande del direttore del quotidiano sassarese, Giacomo Bedeschi.
“Il compromesso storico ci metterà un po di tempo a diventare fatto – aggiunge Verdelli – ma grazie a questo Berlinguer è stato insieme ad Aldo Moro l’architetto del paese”. Un patto che non si è concretizzato, ricorda Bedeschi. Verderami precisa: “Dobbiamo distinguere l’uomo Berlinguer dal politico. Lui sapeva di rappresentare il blocco sovietico stando in quello occidentale ma anche di dover fare qualcosa. Nel salvare il paese ogni gesto di Berlinguer si può definire nobile, anche nei suoi errori è stata una visione fondamentale. Tuttavia quel partito in Europa è stato un’anomalia, e lui è andato avanti fino a quando il nodo scorsoio si è stretto, questo solo perché è caduto il comunismo come ideologia, non perché è caduto il Pci”.
Quanto conta ancora adesso Berlinguer: “Era contro l’euro, contro l’Europa e non parliamo della Nato, eppure continuava ad avere un peso specifico e lo ha tuttora. Il ricordo di Berlinguer conta ancora moltissimo perché è una condanna verso l’attuale gruppo dirigente del Pd, perché la sinistra e il popolo di sinistra avverte l’assenza di quei valori che Berlinguer incarnava”.