12) Ha annunciato che presenterà la sua squadra di governo ben prima delle elezioni Regionali. Quando? Ci può indicare la data?
“A dicembre, prima di Natale”.
13) Nel caso in cui “Sardegna possibile” non dovesse superare lo sbarramento del 10 per cento, cosa ne sarà? Continuerete a lavorare oppure ognuno se ne andrà per conto suo a meno che non voglia entrare a far parte di “ProgReS”?
“Anche senza dare retta ai numeri confortanti dei sondaggi, è proprio il fatto che misuro ogni giorno la grande voglia di partecipazione dei sardi alla politica a farmi pensare che Sardegna Possibile ha la concreta possibilità di ottenere la vittoria. L’entusiasmo che sto incontrando non andrà disperso: Sardegna Possibile ha tutte le potenzialità per dare vita a un laboratorio politico permanente. Le persone e i soggetti politici che se ne sentiranno parte potranno decidere di darle un’altra natura in qualunque momento, ma questo futuro dipende da loro, non da me”.
14) L’attuale sistema elettorale regionale non prevede il ballottaggio. Potrebbe accadere che, a causa della frammentazione delle opposizioni, il centrodestra torni a vincere con meno del 30 per cento dei voti, nonostante le attuali opposizioni, nel loro insieme, arrivino a prendere il restante 70 per cento. Una situazione paradossale. Per voi è indifferente o avete fatto dei tentativi per arrivare a unificare in qualche modo le opposizioni. E, in tal caso, quali?
“Lo scopo di un progetto politico di cambiamento come Sardegna Possibile deve essere quello di governare bene la Sardegna e portarla fuori dalle secche della dipendenza da interessi esterni. Per questo a me appare riduttivo l’obiettivo di battere il centrodestra o il centrosinistra: la politica non è una gara di autoscontri. Occorre avere il coraggio di sovvertire un certo modo di occuparsi della cosa pubblica che è trasversale a tutto l’apparato burocratico dei partiti tradizionali. Non mi interessa venire a patti con chi crede che l’unico modo di fare politica sia quello di accordarsi su quante poltrone di consigli di amministrazione spettano a te e quanti direttori ASL spettano a me. L’obiettivo è unificare i sardi intorno a un progetto che li rappresenti, non unificare i capibastone dei vecchi partiti”.