7) Nel caso in cui dopo le Regionali si presentasse la possibilità di un vostro ingresso in una maggioranza, ovviamente a determinate condizioni, lo prendereste in considerazione o escludete fin d’ora questa possibilità?
“La legge elettorale che il consiglio regionale attuale ha approvato è costruita proprio per fare in modo che certe maggioranze si possano costituire dopo le elezioni a dispetto del risultato delle urne. I burocrati di partito stanno già facendo i conti di quali alleanze siano convenienti in caso di ingresso in consiglio con piccole percentuali. Non è il nostro caso. La maggioranza a cui Sardegna Possibile punta è quella dei sardi che andranno a votare, non quella dei consiglieri che si accorderanno dopo. Se non dovessimo ottenere la massima fiducia delle urne non avrei nessun problema a fare politica all’opposizione. Posso garantire sin d’ora agli elettori che, a differenza di chi è arrivato secondo alle ultime elezioni, noi in consiglio regionale a dare battaglia ci andremo tutti i giorni”.
8) Il suo partito, ProgReS, alle precedenti Politiche ha votato “bollino nero”, cioè ha annullato il voto. Nel caso in cui si arrivasse a elezioni nazionali anticipate, “Sardegna possibile” come si regolerebbe? Presenterebbe una sua lista? Valuterebbe la possibilità di allearsi con altri in campo nazionale? Non darebbe alcuna indicazione o, come fece “Progres”, suggerirebbe di annullare il voto?
“Il nostro progetto ha testa e piedi in Sardegna, a differenza di altri soggetti politici, non ha intenzione di utilizzare la nostra terra come trampolino di lancio verso la politica italiana. Inoltre in questa domanda mi si danno ruoli che non possiedo. La politica di ProgRes è decisa dagli attivisti e la porta avanti il suo segretario eletto, non Michela Murgia. Sardegna Possibile dal canto suo non è un partito politico, ma una coalizione di tre liste totalmente concentrata nella soluzione dei problemi della Sardegna. Qualunque altro scenario non rientra negli scopi per cui ci siamo costituiti e la scelta di votare a qualunque elezione per qualunque soggetto resta un atto personale, indipendente dal fatto di sostenere Sardegna Possibile alle prossime regionali”.
9) Cosa dice rispetto al fatto evidente che se l’indicazione di ProgReS fosse stata seguita massicciamente a livello nazionale dagli elettori del centrosinistra Silvio Berlusconi avrebbe vinto le elezioni e oggi forse non solo non sarebbe un senatore decaduto ma potrebbe essere al Quirinale?
“Se stiamo ancora parlando di Silvio Berlusconi non dipende certamente dalle scelte di ProgReS in Sardegna, ma dagli accordi vergognosi tra Pd e Pdl che a Roma si sono fatti beffe degli elettori dell’una e dell’altra parte. Il bollino nero era un gesto simbolico, la certificazione fisica dell’irrilevanza del voto dei sardi nello scenario politico italiano. Davanti alle cosiddette larghe intese direi che la stima di quell’irrilevanza non era così sbagliata: sia chi ha votato il centrosinistra che chi ha votato il centrodestra si è comunque ritrovato davanti al grande inciucio trasversale. È stata un’esperienza utile: molti sardi hanno capito che certe contrapposizioni sono solo apparenti e che forse è giunto il momento di scegliere con criteri diversi dal filoberlusconismo o dall’antiberlusconismo”.