Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) – In Veneto ogni anno 350 donne colpite da carcinoma mammario metastatico potrebbero essere sottoposte a biopsia liquida, test semplice e poco invasivo che permette di stabilire se alcune terapie sono o meno efficaci. Attualmente, il laboratorio dello Iov-Istituto oncologico veneto è già attivo come centro hub per svolgere le biopsie liquide, ma è necessario identificare almeno un’altra struttura sanitaria che possa rappresentare un’alternativa per l’esecuzione delle analisi. E’ quanto si legge in un documento redatto da un panel di rappresentanti di clinici e pazienti che hanno partecipato al tavolo multidisciplinare veneto del progetto ‘Biopsia liquida nel carcinoma della mammella metastatico Er+/Her2’, che intende proporre delle raccomandazioni per favorire un’applicazione, nei vari sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per la personalizzazione delle cure anticancro.
Sono ormai note alla comunità scientifica le grandi potenzialità offerte dalla biopsia liquida nell’ottenere preziose informazioni in diverse neoplasie. In particolare, nel carcinoma mammario il nuovo farmaco elacestrant, un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (Serd) – riporta una nota – migliora significativamente la sopravvivenza libera da progressione nelle pazienti con mutazione del gene Esr1. Elacestrant rappresenta un’opportunità di cura importante grazie a un favorevole profilo di efficacia; inoltre presenta anche un buon profilo di sicurezza e una formulazione maneggevole, in quanto è una terapia orale che va assunta una sola volta al giorno. Molte evidenze scientifiche finora prodotte hanno fatto emergere come la mutazione del gene Esr1 stia diventando sempre più frequente. Questa mutazione può essere scoperta grazie alla biopsia liquida, da effettuare con tecnologie d’analisi innovative come la Next Generation Sequencing (o Ngs) oppure la Digital Pcr.
La Esr1 è una mutazione secondaria che però tende ad insorgere come fenomeno di resistenza alla terapia ormonale. La sua comparsa dipende soprattutto dalla durata del trattamento. Anche per questo la biopsia liquida sta diventando sempre più importante per la selezione e la personalizzazione dei trattamenti anti-cancro. A oggi la Regione Veneto ha già ufficializzato la scelta del laboratorio dello Iov per l’esecuzione della biopsia liquida. E’ un centro di riferimento che può assicurare sull’intero territorio competenze, aggiornamento tecnologico e sostenibilità. L’esame va però inserito nel percorso diagnostico-terapeutico di una paziente colpita da carcinoma mammario metastatico.
“Grazie alla ricerca, oggi il tumore al seno metastatico ha prospettive di cura che erano impensabili fino a pochi anni fa – afferma Ivana Simeonato, delegata di Europa Donna Italia per il Veneto – Quando la scienza mette e a disposizione nuove possibilità terapeutiche, ogni paziente deve poterne beneficiare ed è dovere delle istituzioni sanitarie rendere effettiva questa possibilità, al più presto. Per chi ha un tumore al seno metastatico, infatti, il tempo assume un valore inestimabile e non possiamo sprecarlo. Per questo chiediamo alle istituzioni di assicurare l’accesso alla biopsia liquida a tutte le pazienti con tempestività e appropriatezza”.
“Le donne con tumore al seno metastatico ormonoresponsivo – evidenzia Simeonato – convivono con la consapevolezza che, col tempo, potrebbero sviluppare una resistenza alla terapia ormonale. Quando ciò si verifica, poter rilevare le mutazioni di Ers1 è essenziale perché permettere di scegliere trattamenti mirati e innovativi, evitando la chemioterapia, nell’ottica di una medicina sempre più di precisione”.