Referendum: Quartapelle, ‘regolare conti passato non basta, servono risposte su futuro’

Roma, 9 giu. (Adnkronos) – “Quella del referendum è stata una grande battaglia. Purtroppo, è stata una grande battaglia combattuta con strumenti non adatti. I referendum servono per consultare i cittadini su grandi questioni nazionali. Ho ritenuto da subito una scelta incauta quella di chi ha promosso un referendum su una materia tecnica quale il diritto del lavoro, facendone una battaglia identitaria con lo sguardo rivolto all’indietro mentre oggi il mondo del lavoro chiede non di abrogare una legge di dieci anni fa ma interventi tempestivi per alzare il potere di acquisto e dare al lavoro il valore, anche economico, che merita”. Questa la valutazione sull’esito dei referendum di Lia Quartapelle del Pd.

“In questo calcolo tattico, purtroppo, è rimasto impigliato anche il quesito sulla cittadinanza, inserito in corsa. Quello era l’unico quesito referendario che poneva una grande questione nazionale (chi e come può diventare italiano). Se lo strumento si è rivelato sbagliato, questo non deve distoglierci dal fatto che il lavoro, povero, precario, ma anche quello poco pagato, e come fare integrazione restano grandi questioni nazionali e non possono essere seppellite dalla scarsa affluenza per questi quesiti referendari, che erano parziali e riduttivi. Quando si perde è importante non farsi abbattere, ma trarre una lezione dalla sconfitta”.

“Dovremo trovare proposte e modi per parlare ancora di lavoro e integrazione, e parlarne meglio. La sconfitta referendaria ci dice che questa volta non siamo riusciti a cambiare le cose per davvero. Ma non ci fermiamo: per permettere alle persone di avere un lavoro che faccia vivere con serenità e dignità, per sanare l’ingiustizia tutta burocratica del lunghissimo percorso per diventare italiani, serve vincere le elezioni. Per vincere, quello che è stato fatto finora non basta”.

“Evidentemente non basta promuovere battaglie identitarie e di minoranza, che parlano solo a una parte dei cittadini. E non basta regolare i conti con il passato, quando c’è un presente e un futuro che chiedono capacità di analisi e risposte nuove”, aggiunge Quartapelle. 

“E’ questo che dovremo fare, già da oggi: ripartire dalla realtà della condizione materiale dei cittadini, e di come si può migliorare. Riprendiamo in mano la campagna per il salario minimo, facciamone ancora di più una nostra bandiera, intransigente e determinata. Iniziamo a ragionare su come si può alzare il salario medio, non solo quello minimo, perché in Italia la stragrande maggioranza dei lavoratori guadagna troppo poco. Presentiamo proposte per migliorare la qualità dell’occupazione, in particolare delle donne e dei giovani. Chiedo alla mia comunità politica di recepire il segnale che ci arriva dalle urne e di ripartire elaborandolo insieme, per provare a dare le opportune risposte politiche, che la gente si aspetta in primis da noi”.

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