Roma, 16 mag. (Adnkronos Salute) – “Il tumore del seno localizzato rappresenta una neoplasia in stadio precoce potenzialmente guaribile. I tumori in stadio precoce possono essere in stadio 1, 2 e 3. L’incidenza nel nostro paese è intorno a 55-58 mila nuovi casi per anno, in accordo ai dati di numeri del cancro dell’ Associazione italiana di oncologia medica, Aiom. Quello che è molto rilevante è che i programmi di screening precoce possono identificare anche tumori molto piccoli con linfonodi negativi. Nonostante uno stadio precoce, ci può però essere, in ogni caso, un rischio di recidiva”, anche nello “stadio 1”, ma che è più “frequente nello stadio 2 e 3. Per questo negli ultimi anni abbiamo molto migliorato gli algoritmi di trattamento per la prevenzione delle recidive nei tumori mammari in fase precoce. La percezione del rischio è veramente essenziale e si deve basare non solo sulla presenza o meno di interessamento linfonodale, ma anche e soprattutto su fattori biologici, che possono essere, eventualmente, l’indice proliferativo, oppure l’utilizzo di molti ‘gene panel’ che possono predire il rischio dal punto di vista genomico”. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Giuseppe Curigliano, professore ordinario di Oncologia medica, università La Statale di Milano e vicedirettore scientifico, Istituto europeo di oncologica, direttore divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative Ieo, Irccs, Milano, in occasione della campagna #PronteAPrevenire, promossa da Novartis, in collaborazione con Andos, Europa Donna Italia, IncontraDonna e Salute Donna Odv, per fornire strumenti e informazioni per la gestione consapevole del rischio di recidiva.
“L’utilizzo degli inibitori delle cicline ha sicuramente migliorato la prognosi di queste pazienti – spiega Curigliano – Oggi abbiamo un nuovo presidio terapeutico approvato anche per pazienti con linfonodi negativi: anche in questo sottogruppo c’è un rischio di recidiva”, e i dati degli studi evidenziano che si “riduce il rischio di recidiva locale (invasive disease free survival) e a distanza (distance relapse free survival). È possibile guarire? Ovviamente è possibile – chiarisce Curigliano – perché l’utilizzo degli inibitori delle cicline in aggiunta alle terapie chirurgiche radianti e di terapia endocrina riducono in maniera significativa il rischio di recidiva locale e di recidiva a distanza”.