Roma, 23 set. (Adnkronos) – “Ieri erano tantissime le persone, le ragazze e i ragazzi alle manifestazioni per chiedere lo stop al genocidio del popolo palestinese. Una partecipazione che ha sorpreso in molti, realizzata anche al di fuori dei canali tradizionali, che interroga forze politiche e organizzazioni sindacali e che fa anche sperare, perché è portatrice di valori, di un’attenzione al mondo che va molto oltre l’egoismo che spesso ha caratterizzato questa stagione”. Lo dice in un video pubblicato sui social l’ex ministro del Lavoro ed esponente Pd Andrea Orlando.
“In quel movimento si sono determinati, per la sua spontaneità e per la difficoltà a gestire quella presenza, fenomeni vandalici e forme di stupida violenza. La destra ci si è subito buttata sopra. Il ragionamento è molto semplice, la destra ha paura dei movimenti sociali, ha paura della partecipazione, cerca di strumentalizzare quelle vicende. Ai ragazzi che torneranno in piazza dico di fare attenzione a non fare il gioco degli altri, ma allo stesso tempo non si possono utilizzare singoli episodi per criminalizzare un movimento”.
“È impressionante la sfilza di esponenti della destra che si sono precipitati a cercare di criminalizzare il movimento in difesa del popolo palestinese. Il disegno è evidente: una dinamica di carattere repressivo. Anche diversi mezzi di informazione si sono prestati a questa manovra, che va fermata: in gioco non c’è semplicemente il diritto a manifestare – osserva l’ex ministro dem – c’è il riconoscimento del ruolo e della funzione di chi partecipa, di chi manifesta, già messo in discussione con la legge cosiddetta sulla sicurezza e che la destra vuole colpire. La stessa destra che di violenza in questo Paese ne sa qualcosa perché gli esponenti più grandi del partito di Giorgia Meloni non furono sempre protagonisti di episodi pacifici nelle piazze. Il loro pulpito è davvero poco credibile. Svela la strumentalità che c’è dietro questa sequela di dichiarazioni e di prese di posizione. L’invito è anche al centrosinistra a non cadere in questa trappola e a difendere un diritto sacrosanto riconosciuto dalla nostra Costituzione – conclude Orlando – che distingue le democrazie dalle dittature: la possibilità di manifestare il proprio pensiero, di partecipare alla vita democratica non solo con il voto, ma anche attraverso la presenza e la militanza”.