Mani pulite: 30 anni fa l’arresto di Mario Chiesa- storia dell’inchiesta/Adnkronos (8)

(Adnkronos) – Il 23 novembre, l’assicuratore Giancarlo Gorrini, si reca al Ministero della Giustizia e denuncia Di Pietro: lo avrebbe ricattato e avrebbe preteso una lunga lista di favori: un prestito di 100 milioni senza interessi, una Mercedes, l’affidamento alla moglie, l’avvocato Susanna Mazzoleni, di tutte le cause della sua compagnia, l’accollo di tutti i debiti contratti alle corse dei cavalli da Eleuterio Rea. Il giorno dopo, Biondi avvia un’inchiesta parallela sul magistrato. Il giudice De Biasi e’ incaricato di condurre l’inchiesta. Il 26 novembre, Di Pietro viene avvertito che al Ministero gli stanno preparando una ‘polpetta avvelenata’. Dopo essersi consultato con i colleghi del pool, decide di redigere una memoria da inviare al Csm. Poi cambia idea e il 6 dicembre, dopo l’ultima requisitoria per il processo Enimont, si toglie la toga e si dimette dalla magistratura con una lettera accorata: “me ne vado in punta di piedi con la morte nel cuore”. E’ la fine di Mani pulite . Qualche giorno dopo, cade il governo Berlusconi. L’inchiesta sulla Gdf e il ‘suo’ generale Giuseppe Cerciello viene trasferita dalla Corte di Cassazione a Brescia. De Biasi archivia l’inchiesta su Di Pietro, scagionandolo completamente: i fatti non hanno nessuna rilevanza disciplinare. (di Cristina Bassetto)

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