(Adnkronos) – “Da inizio anno più di una persona al giorno è deceduta sul lavoro, perlopiù nel silenzio generale. In Italia la sicurezza sul lavoro non può e non deve essere un diritto di pochi – rimarca dunque l’ex premier – Le forze politiche, i rappresentanti delle istituzioni, i rappresentanti delle associazioni di categoria e sindacali, tutti insieme abbiamo il dovere di fare di più. È necessaria un’azione politica unitaria che parta dalla riscrittura della Carta dei diritti dei lavoratori e dalla consapevolezza che la sicurezza sul lavoro ‘costa’”.
“Una elevata sicurezza sul lavoro, infatti, comporta spese ingenti, investimenti cospicui, che non consentono risparmi a danno dei lavoratori, ma che potrebbe essere giusto riversare, almeno in parte, sulla intera collettività, in modo da rafforzare il livello di competitività delle imprese senza compromettere la vita e la salute dei lavoratori”.
“La politica deve offrire risposte chiare e affrontare i problemi alla radice. Lavoro sommerso, racket, sfruttamento e assenza di tutele sono nemici che dobbiamo affrontare senza divisioni. Dobbiamo ascoltare le voci di chi aiuta le lavoratrici e i lavoratori a emergere da situazioni di illegalità, abbiamo il compito di raccogliere le grida di dolore e costruire una risposta coesa che intervenga quanto prima nelle pieghe più lacunose della nostra normativa in materia di lavoro e welfare. Valutiamo anche l’istituzione di una commissione di inchiesta bicamerale, che lavori a spettro ampio, sfruttando l’impegno comune di tutti i parlamentari, per dare ai cittadini quella prova di responsabilità ed efficacia su cui spesso la Politica ha glissato con eccesso di timidezza. Dobbiamo agire, perché la precarietà non sia una condizione irreversibile del lavoro, perché la morte non sia un tragica eventualità con cui fare i conti uscendo di casa al mattino”, conclude Conte.