Roma, 18 set. (Adnkronos) – L’aumento dei numeri della cassa integrazione per i lavoratori di Acciaierie d’Italia è dovuto al “crescente squilibrio finanziario” determinato “da un fattore di costi fissi” che l’azienda non è in grado di modificare “in rapporto a livelli produttivi non sufficienti a garantire un equilibrio”. Lo avrebbe detto ai sindacati, a quanto apprende l’Adnkronos, il responsabile delle risorse umane di AdI, Claudio Picucci, nel corso dell’incontro sulla cigs in corso al ministero del Lavoro. La nuova istanza presentata dalla società in amministrazione straordinaria chiede un aumento di 400 cassaintegrati, per un totale massimo di 4.450 unità.
Il mercato “è in calo e i ricavi diminuiscono sempre di più”, avrebbe spiegato Picucci, evidenziando che l’ultimo incontro a via Flavia risale al 25 giugno, seguito da “tanti rinvii”. E “se il tempo passa senza intervenire, la forbice costi/ricavi si allarga sempre di più: il tempo che passa è il nostro peggior nemico”. In ogni caso, il piano di marcia è confermato l’azienda si muoverà in base a quello. L’istanza, con i nuovi numeri, determinerebbe quindi condizioni che, salvo imprevisti, potrebbero traghettare l’Ilva nel corso di tutto l’iter di vendita. Una procedura che “è necessario concludere subito” perché “ogni giorno che passa è un granello di difficoltà e di disvalore”.