Roma, 19 mag. (Adnkronos Salute) – Viviamo un’epoca storica in cui la discussione sull’identità di genere e l’orientamento sessuale sono spesso considerati argomenti utili più per la lotta politica, che elementi fondanti la stessa identità sessuale degli individui. La rivista scientifica internazionale Nature Reviews Urology (https://rdcu.be/elTnZ) pubblica un articolo di Emmanuele A. Jannini, ordinario di endocrinologia e sessuologia medica a Tor Vergata e presidente dell’Accademia italiana per la salute della coppia, dedicato al primo strumento psicometrico per misurare queste caratteristiche individuali. Il titolo è ‘Xygo: proposing a new holistic measure of gender identity and sexual orientation’.
“Alfred Kinsey, sul finire degli anni ’40 – spiega Jannini – grazie a una semplice scala che misurava l’orientamento sessuale, dimostrò alla società americana dell’epoca che non solo l’omosessualità non è una malattia ma che si rappresenta lungo un continuum di diverse espressioni che riguardano una parte importante della popolazione. Oggi poi si discute – spesso senza competenza scientifica – anche di identità di genere, termine addirittura vietato in alcune parti del mondo. Xygo è – semplicemente – una rosa dei venti dove i 4 punti cardinali sono sostituiti da femminile/maschile e omosessuale/eterosessuale lungo una doppia scala numerica (da zero a tre) che permette a ciascuno di identificarsi secondo il sesso assegnato alla nascita, spesso ma non sempre coincidente con la presenza del cromosoma X o Y (la XY dello Xygo), l’identità di genere (‘chi mi sento di essere, ovvero: chi sono’, la G) e l’orientamento sessuale (‘chi mi piace’, la O)”.
“La potenza di Xygo è duplice – sottolinea l’esperto – da una parte identifica ognuno con una formula che in maniera piuttosto precisa e univoca racconta l’identità sessuale, dall’altra permette la non-identificazione (la rosa dei venti dello Xygo è in realtà un perfetto piano cartesiano dove è ovviamente presente lo zero) e anche le fluttuazioni, la fluidità, gli atteggiamenti binari come quelli non binari”.
Quindi Xygo – riporta una nota – è una formula: ad esempio X, G+3, O-3 rappresenta una persona assegnata alla nascita al sesso femminile, con identità di genere totalmente femminile e un orientamento del tutto eterosessuale. I segni più e meno non rappresentano positività o negatività ma semplicemente la collocazione ‘geografica’ all’interno dello Xygo a partire dallo zero. Così un maschio alla nascita che si sente e si identifica totalmente appartenente al territorio femminile ed è esclusivamente orientato a partner maschili, quindi in senso totalmente eterosessuale, si può auto-descrivere con la formula Y, G+3, O-3. Lo strumento psicometrico è prima di tutto dedicato al ricercatore e al clinico, ma, non avendo di per sé necessità di altri supporti diagnostici o professionali particolari, potrà essere utilizzato da tutti per rappresentare in maniera semplice, inclusiva e rispettosa la propria identità sessuale, catturando anche gli aspetti più variabili di questa.
“Xygo – conclude Jannini – è uno strumento per nulla statico, ma al contrario dinamico, che potrà essere usato in tutte le condizioni cliniche e non solo in cui è importante permettere alle persone di identificare la propria identità sessuale, prodotto dell’inestricabile interazione del sistema corpo col sistema della mente, col sistema dell’esperienza e col sistema della società in quella che definiamo sessuologia dei sistemi”.