Caso Garlasco: procura stringe il cerchio e punta sulle bugie di Andrea Sempio

Milano, 17 mag. (Adnkronos) – La Procura di Pavia stringe il cerchio su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio (in concorso) di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La scelta di interrogarlo martedì 20 maggio sembra svelare l’intenzione di chiudere in fretta un caso che ha già un suo colpevole certo: Alberto Stasi, l’allora fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, pena che ha quasi finito di scontare.

La convocazione, comunque la si legga, metterà per la prima volta l’indagato di fronte alle carte raccolte dai pubblici ministeri Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza, e c’è chi scommette che spunterà qualche asso dalla manica da parte di una procura, guidata da Fabio Napoleone, che non si è arresa di fronte ai primi no dell’Ufficio gip alla riapertura su Sempio, la cui posizione è già stata archiviata otto anni fa da altri magistrati di Pavia.

L’indagato, accompagnato dai suoi avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, ha la facoltà di non rispondere o rendere dichiarazioni spontanee, ma per ora anche lui non svela le mosse. “Non voglio anticipare nulla della strategia difensiva” dice Lovati all’Adnkronos. Non sarà il fumo negli occhi delle ultime attività classiche d’indagine – le perquisizioni alla caccia di appunti e materiale informatico o la caccia all’arma del delitto nel canale di Tromello, entrambe scattate mercoledì scorso – gli elementi su cui i pm pubblici scommettono.

Per i risultati informatici – oggi a Sempio è stato restituito il cellulare – ci vorrà tempo, mentre appare più suggestivo che preoccupante il vecchio tema sull’omicidio di Chiara Poggi scritto nel 2013 come prova in un corso di giornalismo svelato dallo stesso Sempio ai carabinieri che hanno bussato alla sua porta di Voghera. E il rinvenimento della possibile arma arenata da anni sul fondale melmoso del canale non sembra dare rapide certezze. Servirà probabilmente una comparazione tra i possibili oggetti ripescati con le foto delle ferite della vittima ed esami specifici per capire da quanti anni quegli strumenti sono rimasti nell’acqua per avere risposte.

Più probabile che contro Sempio si tornerà a premere per farsi spiegare perché ci sia il suo Dna – questa è la convinzione della Procura che si è affidata al genetista Carlo Previderé – sulle unghie di Chiara Poggi. Match già scartato perché ritenuto inutilizzabile nei processi a Stasi e nell’archiviazione su Sempio. L’allora ventenne frequentava casa Poggi e la presenza del suo materiale genetico non è sospetta. I pm proveranno a insistere sugli orari della mattina del 13 agosto 2007, sull’alibi fornito dallo scontrino di un parcheggio a Vigevano consegnato un anno dopo la morte di Chiara, sulle tre chiamate di pochi secondi verso casa Poggi pochi giorni prima dell’omicidio. E magari verrà chiesto a Sempio del malore di sua madre quando i carabinieri di Milano le hanno fatto il nome di un ex vigile del fuoco.

La convocazione di martedì in procura è anche pressing investigativo e mediatico. In due mesi Sempio è stato convocato quattro volte in caserma (per attività di prelievo o burocratiche), due negli ultimi tre giorni, solo in un caso i giornalisti non erano fuori ad attenderlo. Un fiato sul collo che continuerà a lungo se si tiene conto che solo il 17 giugno inizieranno le operazioni sui reperti e che per l’incidente probatorio si tornerà in aula il 24 ottobre prossimo.

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